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17 Maggio 2007 -- Oggi pomeriggio il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis è intervenuto in diretta telefonica sulle frequenze di Kiss Kiss Napoli alla popolare trasmissione radiofonica ‘RadioGoal’ esordendo con un pensiero sull’entusiasmo che si è scatenato in città dopo la vittoria col Brescia, vittoria che ha proiettato la squadra di Reja a +10 dalla quarta: “L’entusiasmo io l’ ho sempre verificato fin da bambino nei napoletani, perchè quella è la prerogativa, è la linfa vitale. Diciamo che totalmente il DNA dei napoletani è fatto di entusiasmo, sapere che il napoletano gioisce a me fa piacere ed il poterlo trasmettere attraverso il calcio o il cinema a me fa ancora più piacere”. Il patron azzurro ha poi continuato smentendo ancora una volta le voci di una sua presunta pressione per evitare la promozione: “Dobbiamo lavorare tutti quanti insieme perchè questa realtà del Napoli Calcio che, rinato, mostra i muscoli e la sua personalità si possa imporre all’attenzione internazionale, al di là del fatto di andare o non andare in serie A. Perché i tornei si vincono e si perdono, ma mi preme sottolineare che c’è gente che si è permessa di dire che io non volevo andare in serie A perché altrimenti dovevo versare altri soldi alla curatela fallimentare, questo è assolutamente falso, ma voglio dire, ormai si dice di tutto di più, tanto parlare non costa nulla!”.
“Nel mio piccolo, nel cinema, ho cercato di vivere in maniera organizzata e ne ho tratto un relativo successo – ha poi detto De Laurentiis - e la stessa mentalità la sto applicando nel calcio. A me fa piacere di portare un pochino, un pochino, un pochissimo di sole nella vita dei napoletani, ma dico non ci eccitiamo, l’eccitazione deve essere un fatto filosofico, una spinta per sovvertire questa inerzia e non gioire soltanto se si vince una partita si e poi si piange se si perde la successiva.. Diciamo che il Napoli calcio deve essere un esempio della forza dei napoletani di risorgere e di fare veramente, sistema questo sarebbe il migliore premio per tutti quanti”.
Il presidente si è detto felice della corsa ai botteghini che sta avvenendo in queste ore ad opera dei tifosi del Napoli per poter assistere alla gara col Modena, ma rammaricato, ha confermato che non sarà al San Paolo per impellenti ed inderogabili impegni di lavoro: “A me fa molto piacere, purtroppo dovrò seguire il film da una nave, picchè sto producendo un film su di una nave e purtroppo la Fincantieri ci ha fornito la nave con una settimana di ritardo ed io devo andare assolutamente a mettere a punto quello che serve, con il regista e con tutti gli altri organizzatori, in questa folle corsa contro il tempo, perchè, poi, purtroppo, i film non possono aspettare e quindi io sarò costretto in navigazione. Ho fatto il diavolo a quattro affinché Sky mi installasse questa apparecchiatura in modo da poter vedere questa partita anche su questa nave di 320 metri che sarà fuori dalle acque territoriali, però il mio cuore sarà sempre al San Paolo, il mio cuore sarà sempre con la mia squadra, il mio cuore sarà sempre con tutti i napoletani”.
L’intervista è proseguita con De Laurentiis che ha avuto parole di elogio per lo scudetto raggiunto dalla squadra cittadina di basket femminile. Interrogato, poi, dal conduttore, De Maggio, sulla possibilità futura di poter regalare alla città il terzo scudetto nel mondo del calcio, ha ribadito il solito concetto, già espresso da tempo in altre interviste: “A me del provincialismo tutto italiano non mi interessa e non me ne pò fregà de meno – ha detto in pieno accento romanesco - quindi io gli scudetti li lascio tranquillamente agli altri. Io miro ad avere una squadra internazionalmente riconosciuta. A me lasciare un segno della napoletanità a livello internazionale. A me interessa la Champions League, a me interessa la partita di mercoledì prossimo tra Milan e Liverpool, non mi interressa se lo scudetto lo ha vinto l’Inter. Queste cose lasciamole ai giornali ed alle televisioni che devono riempire i loro palinsesti. Vale di più vincere uno scudetto italiano o vincere di più una coppa europea? A me interessa vincere una coppa europea. Poi lo sapete come la penso, per me fare la serie A, la serie B o la serie C significa essere governati da gente novantenne. Io ho 57 anni, ma mi sento, probabilmente in maniera infantile, giovanissimo, perchè sentirsi giovani è una condizione dello spirito, ebbene io vedo che sono contornato da vecchi, quindi il fatto di dover pensare che il calcio è rimasto come era 20, 30 40 anni fa, mi manda al manicomio! Ormai noi siamo gli stati uniti d’Europa, dovremmo fare un campionato dove nessuno più sale e nessuno più scende, dove i giocatori, come nella..ma pensate, immaginate che straordinarietà avere gli stadi pieni e poi gli stadi virtuali con un miliardo di persone di utenza, perchè il Napoli deve poter giocare col Paris St Germain, col Real Madrid, con la Dinamo, col Manchestern!”
De Laurentiis stuzzicato sull’argomento allenatore, ha poi avuto parole di elogio per Reja: “Io ho una mia idea, sono arrivato nel calcio da poco, sono solo tre anni, però non ho gli occhi bendati e cerco di capire. Quindi levati quei 4,5, 6 allenatori, al massimo, tutto il resto sono persone umane capaci, meno capaci. Voglio dire che Reja è una persona per bene, è una persona trasparente, è una persona che conosce i limiti determinati dall’ambiente, determinati dai giocatori e determinati anche da se stesso, determinati da un presidente come me o da un direttore generale come Marino. Ecco, diciamo che Reja è stato un abilissimo interprete del tempo parallelo che viveva ed ha saputo anche lui far sistema all’interno della compagine. Quindi, voglio dire, è più facile mandare a quel paese la gente che tenersela vicino, per me sarebbe stato facilissimo licenziare Reja, ma cosa sarebbe accaduto? Che qualcuno avrebbe detto “Oh.. finalment ‘o presidente ha cacciat’ o’ presidente!” – ha detto in napoletano - E poi? Chi veniva? E che faceva? Qui, signori miei, ci vuole molto equilibrio, senza equilibrio non si va da nessuna parte. E poi, io ve lo ho detto, perchè per me non è importante la A, la B o la C? Perché il mio è un progetto! Cioè, io non è che sto facendo una ‘sfiammata’. Se dovessi fare una sfiammata allora direi ‘vabbè andiamo in A e poi vendo la società e chi se ne frega, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato’! No! Il mio è un discorso progettuale e nei progetti bisogna saper seminare, quindi, ecco possiamo dire che Reja è un seme che ha dato i suoi frutti”.
L’intervista si è poi conclusa con De Laurentiis che ha commentato alcuni messaggi giunti in redazione della radio nel corso dell’intervista che lo volevano addirittura sindaco di Napoli e condottiero dei napoletani: “Il sindaco lasciamolo fare alla Iervolino – ha concluso il presidente del Napoli – che è altrettanto valida quanto i sindaci che l’ hanno preceduta, che insieme a Bassolino che l’ ha preceduta sono due ottimi politici, di grandissimo livello e di grande spessore etico, morale e culturale. Per quanto riguarda la definizione di condottiero devo dire che questa mi si addice, poiché nella mia vita ho sempre fatto a cazzotti con tutto e tutti, poiché la vita è complessa e bisogna assolutamente determinati per andare avanti con le proprie idee che molto spesso non sono condivise dagli altri. Ringrazio tutti quanti voi, arrivederci e FORZA NAPOLI!”
A cura di Michele Spampanato