29 aprile 1990 Diciassette anni fa la vittoria del secondo scudetto, grazie al gol di Marco Baroni.
29 Aprile 2007 -- Sono passati 17 anni da quel lontano 29 aprile del 1990, giorno in cui il Napoli si aggiudicò il suo secondo storico scudetto, dopo il primo vinto nell'86/87 (fra pochi giorni saranno 20 anni per questa altra data storica, il 10 maggio 1987). Il Campionato di Serie A 1989-90 fu l'ottantottesimo campionato di calcio italiano, il cinquantottesimo giocato a girone unico. La stagione cominciò con anticipo rispetto al solito poiché incombevano i mondiali che si sarebbero disputati proprio in Italia e per questo motivo, il campionato, si chiudeva in anticipo, grazie ai diversi turni infrasettimanali disputati. Ad inizio stagione i grandi favoriti erano l'Inter Campione d'Italia in carica, il Milan di Sacchi, ed ovviamente il Napoli di Maradona allenato da Albertino Bigon. Nelle prime giornate di campionato la Juve e la Roma di Radice, cercarono di mantenere il ritmo degli azzurri, mentre il Milan partì, come suo solito in sordina. Il Napoli, tutto italiano costruito con gli arrivi di Zola, Mauro, Crippa, Baroni e Fusi ( Careca ed Alemao erano in vacanza per smaltire le fatiche della coppa America), si portò subito in testa alla classifica, grazie alle vittorie su Ascoli, Udinese e Verona ed al pareggio in trasferta col Cesena, ma, in città, il primo posto passava in secondo piano, poiché a tenere 'banco' c'era il caso Maradona.
Il campione argentino, infatti, non voleva più tornare a Napoli, si sentiva in pericolo, si sentiva minacciato e voleva lasciare la squadra di Ferlaino per recarsi in Francia alla corte dell'Olympique Marsiglia. Così, dopo diversi tira e molla e con l'ausilio di una 'delegazione di tifosi' che si recò in Argentina, il ‘pibe de oro’ si decise a tornare. Era il 17 settembre del 1989, al San Paolo si giocava Napoli-Fiorentina, Maradona, dopo una breve apparizione in coppa Uefa contro lo Sporting Lisbona, è in panchina. Con la maglia numero 10 gioca Massimo Mauro. Si parte, sulla sponda avversaria, un giovanotto, un certo ‘Roberto Baggio’ fa vedere i sorci verdi alla difesa azzurra e così il primo tempo si chiude sul 2 a 0 per la squadra viola proprio grazie alla doppietta di Baggio (un gol su rigore). Nell’intervallo Maradona si riscalda, il San Paolo impazzisce e auspica il raggiungimento del pareggio. Bigon manda Diego in campo, passano pochi minuti ed il direttore di gara assegna il rigore per il Napoli: Maradona va sul dischetto, sistema la palla, ma la battuta è fiacca e, Landucci para. Lo stadio ammutolisce, ma poi l’autorete di Pioli su tiro di Renica (il libero azzurro si fece male e questo infortunio siglò, praticamente la fine della sua carriera e della sua avventura col Napoli) riaccende le speranze, nell’ultimo quarto d’ora Careca firma il pareggio ed a pochi minuti dalla fine Corradini firma il 3-2.
Per il Napoli iniziò la fuga e grazie anche alle 7 vittorie casalinghe, tra cui il 3 a 0 al Milan ed il 2 a 0 all’Inter, gli azzurri si laurearono campioni d'inverno con una giornata d'anticipo, il 17 dicembre, con 25 punti contro i 21 di Inter, Sampdoria e Roma (all’epoca la vittoria valeva ancora 2 punti e non 3 come oggi). L'eliminazione dalla Coppa Italia ed anche dalla Coppa UEFA, trofeo detenuto proprio dal Napoli, suonarono il campanello di allarme per una crisi che esplose all'ultima giornata di andata, quando gli azzurri persero malamente contro la Lazio ( doppietta di Amarildo e gol di Pin), ma la giornata fu segnata dal dramma sfiorato nella gara Bologna-Roma, dove il giallorosso Lionello Manfredonia fu colpito da infarto. Trasportato all'ospedale di Bologna, si salvò, ma fu costretto ad abbandonare l'attività agonistica.
All'inizio del girone di ritorno, il Napoli ebbe la ‘conferma della sua crisi’ e così le milanesi si rifecero sotto. In particolare, il Milan, con una serie impressionante di sette vittorie consecutive, arriva alla 23esima giornata di campionato al secondo posto con 34 punti a soli due punti dal Napoli primo a quota 36. La domenica successiva, l'11 febbraio del ’90, si gioca al “Meazza” il big match fra i rossoneri e gli azzurri: il Napoli perde malamente con un secco 3 a 0 (gol di Massaro, Maldini e Van Basten) e si fanno agguantare in testa alla classifica. Siamo al 25 febbraio, il Napoli torna a Milano per affrontare l’Inter: gli azzurri vengono sconfitti per 3 a 1, il Milan di Sacchi, strapazzando in trasferta la Roma per 4 a 0, allungano la striscia di vittorie consecutive a 10, il sorpasso è avvenuto, Milan 40, Napoli 38. Dopo aver condotto a lungo, il Napoli è costretto ad inseguire, i tifosi rivedono i fantasmi del campionato 87/88 quando il Napoli perse lo scudetto nelle giornate finali proprio ad opera del Milan che si impose al San Paolo per 3 a 2. Scoppia la contestazione e dagli spalti piovono i cori: “Andate a San Remo, andate tutti a San Remo”.
L’11 marzo, la striscia di 11 vittorie consecutive del Milan si interrompe in casa della Juve che batte i rossoneri con un secco 3 a 0. Il Napoli pareggia a Lecce e si porta ad un punto di distanza. La domenica seguente, gli azzurri perdono a Marassi contro la Sampdoria (2 a 1), ma per fortuna anche il Milan cade in casa nel derby contro l’Inter (1-3). Alla 30esima giornata il Napoli batte la Juve per 3 a 1, mentre il Milan vince in trasferta con la Lazio (2 a 1). Si arriva così al fatidico 8 aprile, 31esima giornata del campionato, col Milan ancora in testa a quota 44 ed il Napoli che insegue a quota 43. Entrambe le squadre pareggiarono 0-0: il Milan a Bologna, dove i rossoblù reclamarono per un gol di Marronaro che solo l'arbitro Lanese non vide; il Napoli a Bergamo, in una bruttissima partita caratterizzata solo dal fatto che una monetina da 100 lire lanciata dagli spalti colpì alla testa l'azzurro Alemão, che poi fu sostituito da Bigon. Il Napoli ebbe la vittoria vinta a tavolino e così, fra moviole e polemiche gli azzurri erano di nuovo primi, seppur appaiati a quota 45 col Milan e con ormai solo 3 gare da disputare. La domenica seguente con Maradona, Careca e Carnevale il Napoli stese il Bari, mentre i rossoneri vinsero 1 a 0 contro la Sampdoria di Vialli e Mancini grazie al gol di Massaro.
E così, il 22 aprile del 1990, penultima giornata, il Napoli gioca in trasferta a Bologna ed il Milan va a Verona. In pochi minuti, gli azzurri archiviano la pratica rossoblu grazie ai gol di Careca, Maradona e Francini (la gara terminerà poi 4 a 2 per il Napoli grazie al gol di Alemao, mentre per il Bologna segneranno Iliev e De Marchi). Il Milan cade ancora una volta nella ‘fatal Verona’, grazie anche all'arbitraggio di Rosario Lo Bello che, nel corso della gara, espelle tre milanisti, l'allenatore Sacchi e nega un rigore a Van Basten. Il Napoli tornava da solo in testa alla classifica, mentre in città cominciavano i preparativi per la grande festa che si consumò la domenica successiva: il 29 aprile 1990.
Il Napoli, scese in un "San Paolo" rivestito d’azzurro nonostante diversi zone del campo fossero in ristrutturazione per i campionati del mondo. Bigon schierava in porta il compianto Giuliani, poi Ferrara, Francini, Baroni (21’ s.t. Fusi); Corradini, De Napoli (40’ s.t. Mauro), Alemao, Crippa, Careca, Maradona, Carnevale. La Lazio, allenata da Materazzi si schierò con Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci (26’ s.t. Soldà), Piscedda, Bertoni, Marchegiani, Amarildo (14’ s.t. Troglio), Sclosa, Ruben Sosa. Arbitro il signor Sguizzato di Verona. Agli azzurri bastava un pareggio per la matematica conquista del secondo scudetto, ma il gol di testa siglato da Baroni al 7° del primo tempo su punizione dalla trequarti di Maradona, valse la vittoria che consentì al Napoli di chiudere il campionato in testa alla classifica con 51 punti, frutto di 21 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte (55 gol fatti, 31 subiti). A nulla valse la vittoria per 4 a 0 del Milan contro il Bari e così, con lo scudetto vinto nelle ultime giornate i tifosi si sentirono in parte ripagati dell’amarezza vissuta nel campionato 87/88. In questo campionato il Napoli uguaglierà il record del maggior punteggio e del maggior numero di vittorie casalinghe della sua storia con 16 vittorie ed 1 pareggio su 17 incontri, per complessivi 33 punti conquistati al S. Paolo sui 51 realizzati in tutto. La partita con la Lazio non fu un granché e anche se gli ospiti ci fecero dannare fino alla fine, la gara fu controllata agevolmente e senza problemi ed alla fine anche i giocatori della Lazio non poterono che restare incantati dalla passione e dall’amore del pubblico partenopeo. Con questa importante vittoria si chiudeva un quinquennio d'oro che aveva portato alla conquista di due scudetti, due secondi posti, un terzo posto, una Coppa Uefa, una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana(ad inizio del campionato seguente, ultimo trofeo vinto dal Napoli, ndr).
A cura di Michele Spampanato.
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