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De Laurentiis vulcanico!
Il presidente bacchetta la squadra ed il tecnico: “Pretendo il massimo della concentrazione”.

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22 Marzo 2007 -- A margine di un incontro alla Provincia, il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato una lunga intervista ai numerosissimi cronisti presenti, parlando, in maniera molto ‘colorita’ ed in modo molto teatrale, come da suo solito, di vari argomenti: dalla sconfitta di Crotone, al futuro di Reja, della società e del calcio in generale. “Io in questo momento mi sono concentrato più sui tornelli che sulla squadra – ha detto De Laurentiis - anche perchè io ho detto, lo pago un allenatore? Lo pago un direttore generale? E li pago pure bene! Ed allora perchè ci devo mettere bocca? Io posso non condividere l’utilizzo di Maldonado vicino a Giubilato perchè mi sembra un raddoppio, posso non condividere l’utilizzo di Domizzi in un ruolo che non gli è proprio, ma perchè ‘2+2 fa 4’ nel senso che faccio un ragionamento non da esperto, ma razionale, però dopo sono cazzi loro! Nel senso che sono loro i vertici della conduzione agonistica! Io non mi permetto di destabilizzare nulla, mi permetto di intervenire solo quando le stronzate diventano molteplici!”

“Lo scorso campionato – ha proseguito il presidente del Napoli - ho fatto sentire la mia voce nel momento di Castellamare di Stabia perchè era arrivato il momento di farsi sentire. In questo momento mi sembra ingiusto, perchè in fondo sto al secondo posto ed, in fondo, un momento di stanca lo si può anche pagare, perchè tenete presente che il campionato è lungo e poi nessuno è perfetto. Io ho fatto anche un film che si chiamava ‘ Nessuno è perfetto ’ volete che non conosca questa massima?!? L’allenatore? Che volete parlare di un nuovo allenatore, dobbiamo finire ancora il campionato! Noi lo abbiamo già detto, se si va in A, Reja resta per il primo anno. Cioè Reja ha un posto in società, nel senso che è una persona per bene, è una persona che affettuosamente e con grande lealtà è stato vicino alla costruzione di questa Società. Voi mi avete sempre detto che la società deve crescere, ecco, lui fa parte del progetto di crescita, poi può darsi pure che ad un certo punto...io ho un progetto di portare il Calcio Napoli in America e quindi può essere pure che me lo porti in America per creare nuove squadre di calcio napoletane in America. Io non è che sto facendo 12 squadre di calcio giovanili per poi prestare o vendere i calciatori a tizio, caio o sempronio, io voglio essere protagonista in altri posti del mondo con il Napoli”.

“No, sono io ad essere fortunato”, ha risposto De Laurentiis ad un cronista che aveva evidenziato, invece, la fortuna di Reja e Marino ad avere un presidente come lui: “Io con il mio carattere che ho – ha proseguito – nella mia vita, ho sempre mandato a fare in culo tutti quando non ero d’accordo. Con grande umiltà, quando ho scelto Marino fra quelli che avevo vagliato, mi sono fatto una domanda: voglio un direttore sportivo o un direttore generale? Allora mi sono detto: voglio un direttore generale! Perché la mia è una società che deve crescere, perchè quando scelgo delle persone, soprattutto quando capisco che c’ hanno pure le palle e c’ hanno cultura, io le seguo. Non è che mi metto a fare io il lavoro loro, perchè altrimenti destabilizzi tutto quanto e poi alla fine che vuoi pretendere dagli altri? Dice: ‘hai deciso tutto te! Hai fatto tutto te!’. Allora, io non metto bocca, evidentemente nel Bologna c’è una società giovane come la mia dove Cazzola, che è un industriale intelligente ed è anche una persona molto preparata, molto colta, educata, che conosco ed ho piacere a frequentarlo, forse non è stato fortunato nella scelta dei collaboratori ed oggi si incazza, tutto qui! Oppure, forse, non so, si sbaglia, ma questi sono problemi che non mi permetto di giudicare, ne di entrare, sono fatti loro.”

Ritornando poi sul futuro della società e sulla promozione, ha affermato: “Io ho sempre detto che il mio è un progetto biennale e lo dicevo prima che arrivasse la Juventus, perchè se io non avessi fatto degli acquisti, ma manco in due anni ci sarei andato, poi è arrivata la Juventus, poi la situazione in un campionato di serie B non è complicata solo per noi, ma lo è anche per gli altri. Poi abbiamo avuto la fortuna o ‘il culo’ di stare al secondo posto, ma non è che questo deve illudere, anche perchè io non faccio un discorso di vincere, ma io faccio un discorso di crescere! A me, di stare in serie A, poi, non me ne frega niente se poi non cambia anche il calcio. Questo è un mondo che non permette di cresce. Allora, poiché noi dobbiamo rifondarlo e, fortunatamente adesso ci sarà un nuovo presidente della Figc e, fortunatamente le cose si cominceranno a mettere a posto anche in Lega e, poi, fortunatamente le cose si dovranno mettere a posto anche in Europa e a livello mondiale, poiché questi che ci sono stati non sono mai stati eterni, tant’è che abbiamo uno nuovo come Platinì e fra poco se ne dovrà andare anche Blatter. Allora, diciamo che qui bisogna avere la costanza della resistenza e, poiché la resistenza è tipica della filosofia napoletana, io mi meraviglierei che i napoletani non abbiano ancora capito che questa è anche la mia filosofia. Allora voglio dire: adesso la mia ‘mission’ è quella di fare grande il Napoli! Ma di fare grande il Napoli, no quest’anno, l’anno prossimo, ma di fare grande il Napoli nei prossimi dieci anni! Nel senso che, io ve l’ho detto, il mio era un progetto di dieci anni, cinque più cinque, adesso mi sono scontrato con vantaggi e svantaggi. Lo svantaggio che tutto il casino che è successo, scandali e compagnia bella, ha rallentato il ciclo di maturazione, ma il vantaggio che quel ciclo bastardo che era in piedi prima, se andava avanti minava anche un differente percorso progettuale che io ho in mente, perchè, parliamoci chiaro, io sono uno dei pochi che capisce della convergenza fra telefonia e banda larga e quindi della virtualizzazione degli stadi. Qui non si tratta di trovare i soldi, di chi ti da i soldi, qui si tratta di trovare il modo di virtualizzare gli spettatori e quindi, così come pagano il biglietto allo stadio, devono pagare il biglietto dello stadio virtuale, questo a livello internazionale! Questo è il nostro destino, il nostro percorso ed il nostro cammino. Ecco perchè quando si parla di nuovo stadio non me ne frega niente perchè, per me, si parla di cose ottocentesche ed è giusto che i politici, che sono ottocenteschi, o quelli che hanno fatto il calcio fino ad ora, che pure anagraficamente non è che sono molto giovani, la pensino in maniera vecchia, obsoleta e superata.”

Al presidente è stato poi chiesto cosa si augurasse per il futuro della squadra: “Innanzitutto – ha risposto De Laurentiis – io mi auguro che in queste due settimane recuperino la loro fisicità e la loro forma i giocatori che costituiscono i fondamentali di una manovra comune, perchè se la manovra deve essere comune e ti mancano alcuni uomini di questo assetto, allora la manovra non è più comune e c’è una partecipazione che non funziona e, quindi, puoi spostare Domizzi davanti alla difesa e puoi commettere una cazzata! Allora, ritorniamo, invece alla normalità, ritorniamo a quello che fino ad ora ha funzionato, recuperiamo tutti gli uomini giusti che ci hanno fatto andare con una certa, diciamo...non è che ci hanno fatto fare brutta figura, non è che siamo stati dei campionissimi, ma ci hanno portato avanti con dignità. Ecco, la dignità, io credo che se continua come coscienza di lavoro e come coscienza sportiva, può pagare. Soprattutto nel discorso di crescita che io vedo come in un discorso programmatico e non in un discorso fine a se stesso, tanto per la prossima partita, e questo e quell’altro e cosa facciamo a giugno. Lo spareggio per la promozione? So quelle cose antipatiche che ti fanno saltare le coronarie, perchè pensarci già da adesso, ne riparliamo a giugno. Questo non toglie che pretendo professionalità, abnegazione, spirito di servizio da tutta quanta la squadra, perchè non è che la squadra non viene pagata o non viene pagata bene o noi non siamo vicini a loro psicologicamente, vicini all’allenatore, non è che non c’ hanno i preparatori giusti e corretti, eccetera, eccetera, eccetera. Quindi le condizioni che permettano a loro di dare il massimo ci sono tutte! Io pretendo da loro il massimo della concentrazione ed il massimo della sportività nel giocarsela. Da questo, però a compromettere un mio programma, un mio progetto, solo perchè non dovessi andare in serie A subito, allora mi viene da ridere, perchè la strada è talmente lunga che a me di andare in serie A non me ne frega niente, perchè io vorrei vincere la Champions League!”

A cura di Ciro Pistone