09 Febbraio 2007 -- Il Comune ha cominciato i lavori per adeguare lo stadio San Paolo al decreto Pisanu: la recinzione del fossato, i bagni la videosorveglianza le opere in carico a Palazzo San Giacomo e già partite; i tornelli li deve invece installare la società del presidente Aurelio De Laurentiis e per il momento questo è il problema più serio. Perché reperire i tornelli non è facile. Ieri decine di operai del Comune erano all’opera: «Entro un mese ce la dobbiamo fare», il diktat della Iervolino. Oggi - è l’interrogativo che si pongono il sindaco e De Laurentiis - questo elemento quanto peserà sul comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto Alessandro Pansa in funzione della partita con il Piacenza di domani? Le porte dello stadio, su questo ci sono pochi dubbi, resteranno chiuse. Ma il timore che a Fuorigrotta ci possano essere problemi di ordine pubblico non è infondato.
Gli incidenti - il ragionamento delle forze dell’ordine - sono avvenuti sempre all’esterno dello stadio. Attività di intelligence della Digos hanno rilevato la possibilità che domani facinorosi si riuniscano nei pressi dello stadio: così è scattato l’allarme rosso. Non va dimenticato che scritte demenziali contro la polizia e sulla morte dell’ispettore capo Filippo Raciti sono comparse anche a Napoli. Per questo motivo oggi il comitato si riunirà e trapelano già due elementi: il San Paolo sarà lo stesso blindato. E si sta lavorando sull’ipotesi di installare in varie zone della città, anche nei pressi dello stadio, dei maxischermi sui quali verrebbe proiettata la partita. Oggi se ne saprà di più.
Il prefetto Pansa sull’argomento si limita a dire: «Prenderemo le decisioni meno traumatiche possibili». Mentre la Iervolino è categorica: «Protestare con Amato perché non fa entrare gli abbonati? Assolutamente no, ognuno deve fare il suo mestiere. In questo monento il governo sta tenendo una linea severa che io condivido».
Certo le nuove affermazioni del presidente della Lega Antonio Matarrese rilanciano il problema: «Napoli è un grosso problema e questo ci preoccupa. Impossibile giocare altrove con 20mila abbonati». Il San Paolo è passato al setaccio, ieri specialisti della Digos, alle 18.30, sono entrati nell’impianto per verificare l’impianto di videosorveglianza. Al momento sono in funzione 45 telecamere di cui 32 a colori e brandeggianti, le altre 12 in bianco e nero e fisse. Ne devono essere installata altre 30 e sarà proprio la Digos a indicare dove devono guardare e puntare i loro obiettivi. Trapela solo che le telecamere arriveranno a puntare fino alla stazione di Campi Flegrei. Sui tornelli invece c’è grande agitazione, perché costano molto ma soprattutto sono di difficile reperibilità. A Roma si sta lavorando anche su altre ipotesi di concerto con le società di calcio e gli enti locali. L’idea è di impiegare tecnologie che abbiano lo stesso effetto ma di più facile installazione e reperibilità.
Tra le indiscrezioni che filtrano dall’esecutivo, ce n’è una particolarmente interessante. L’idea è quella di installare non tornelli ma impianti del tipo di quelli che si trovano nel metrò. Una tecnologia non di ultimissima generazione ma pur sempre in grado di vidimare e leggere i biglietti. Sarebbe questo l’unico modo - secondo stime di esperti - per aprire gli stadi non in regola nel più breve tempo possibile. Infine l’illuminazione: il Comune ha dato incarico all’Acea di provvedere a rinforzare quella di piazzale Tecchio. La Iervolino ha avuto un colloquio telefonico con Fabiano Fabiani manager di Acea che si è messo subito al lavoro.
L. Roano
Fonte: Il Mattino