09 Febbraio 2007 -- Il primo ad annunciarlo è stato Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli: “ Ai fedelissimi, agli abbonati voglio dire che li rimborseremo, restituiremo le quote degli abbonamenti delle partite che non potranno vedere” . Lo ha ribadito Claudio Lotito, che pure, giocando all’Olimpico, stadio a norma, problemi non ne ha: « Gli abbonati vanno risarciti ». Problema grosso: sono i tifosi più fedeli, i «consumatori» da tutelare, il più grande patrimonio di un club di calcio. Massimo Moratti, nel corso dell’assemblea di ieri, lo ha detto senza giri di parole a Matarrese: «Devi impegnarti per tutelare gli abbonati» . Al centro della battaglia in corso sono oltre 120 mila italiani ( parliamo di quelli che resteranno fuori in questo fine settimana) che hanno acquistato a scatola chiusa una poltroncina in uno degli stadi adesso chiusi per motivi di sicurezza.
Complessivamente, un milione e settecentomila euro da restituire per le gare di sabato e domenica. Ma i club, anche quelli con problemi di bilancio (e sono numerosi: chiuderanno in perdita sette in A e undici in B), sono intenzionati a onorare questo rapporto di fiducia che nasce dalla passione, dall’affetto nei confronti della squadra del cuore. Questione di rispetto. L’emergenza¬sicurezza alla fine costerà al calcio circa cento milioni di euro, sotto forma di ricavi mancati e di rimborsi pagati. Ma il nodo più intricato è quello degli abbonati.
Il problema riguarda la serie A e la serie B (molto meno la serie C perché la riduzione delle capienze in quella categoria ha finito per ridurre le sofferenze). Bisogna tenere viva la fiducia e, quindi, il rapporto con i tifosi che allo stadio ci vanno comunque, indipendentemente dalle campagne acquisti, solo per il fatto di avere un rapporto d’amore con i colori del cuore.
Anche per questo ora in tutti gli stadi chiusi dal decreto si stanno affrettando i lavori. La Roma ha annunciato, ad esempio, che rimborserà i biglietti acquistati da quei tifosi che intendevano assistere a Milano a Inter-Roma.
Nel frattempo ci si organizza per recuperare la giornata saltata. La serie B ha deciso di provvedere al recupero ventiquattro ore prima della serie A, il prossimo 17 aprile (invece che il 13 febbraio). Chiaro il motivo di questa scelta: avere tempo per sistemare gli stadi, avere il tempo di piazzare almeno i tornelli che consentiranno l’ingresso degli abbonati.
L’emergenza ha, evidentemente, spiazzato il calcio. Dice Matarrese: « Do atto al ministro Amato di aver fatto autocritica in Parlamento a proposito delle proroghe. Proroghe che hanno illuso le società e i comuni. Molti sindaci adesso si stanno preoccupando di trovare le risorse necessarie per realizzare questi lavori; in molti casi le somme le stanno anticipando le società». Le proroghe avevano evidentemente «illuso» anche gli abbonati. Certo, nessuno poteva immaginare quel che sarebbe avvenuto a Catania. «Questo dolore, l’assassinio dell’ispettore capo Filippo Raciti, ha squarciato il sistema. Dobbiamo fare in modo che la tragedia si trasformi in qualcosa di positivo » , afferma Matarrese. Dunque, lavorare sulla sicurezza, cominciando dagli stadi.
Il decreto messo a punto dal ministro Amato consente di combattere l’emergenza e creare le condizioni perché quel che è accaduto su quella piazza davanti al Cibali non accada più. Un prezzo da pagare. E qui si misurerà la maturità di tutti: dalla capacità di ripartire provando a evitare gli errori, anche sanguinosi del passato. Pian piano si tornerà alla normalità, agli stadi prima riaperti agli abbonati e poi anche a coloro che acquistano i biglietti. Un processo non semplice, probabilmente non rapidissimo se è vero, come è vero, che i club si stanno predisponendo a rimborsare gli abbonati. Ma l’obiettivo finale è bello e ambizioso: un calcio finalmente sereno, per tutti, famiglie comprese.
Antonio Maglie
Fonte: Il Corriere dello Sport