07 Febbraio 2007 -- Questo pomeriggio, il dg azzurro, Pier Paolo Marino, intervenendo in diretta telefonica ai microfoni di RadioKissKiss ha affermato: “Che io ricordi è il momento più tragico che il calcio sta attraversando. Sono molto preoccupato per questa violenza che sta dilagando e che ci ha portato una giornata triste di calcio come la serata di Catania-Palermo. La morte di Raciti è stata qualcosa che mi ha gelato il sangue nelle vene. È stata una cosa inaudita che sinceramente pensavo di non trovare più del calcio. Questa vicenda coinvolge un poliziotto che lavorava per poche centinaia di euro al mese, con una famiglia così bella ed unità. Mi fermo perché mi viene da piangere”.
“Io in questo momento non mi sento di portare avanti un discorso di convenienza, anche se nella filosofia del calcio conta – ha risposto Marino ad una domanda sulla chiusura degli stadi imposti da Amato - Facendo un discorso in generale, se gli stadi sono in uno stato di insicurezza, sicuramente questi non sono di proprietà delle società, sono degli impianti che sono stati affittati alle società in queste condizioni. Ora ho l'impressione che demagogicamente si sta scaricando sulle società di calcio una responsabilità che non è delle società di calcio. Nel caso del Napoli grazie alla disponibilità del suo proprietario il presidente De Laurentiis, il comune di Napoli ha trovato in lui il finanziatore per anticipare le somme necessarie per ammettere a posto lo stadio. Abbiamo già speso quasi i € 200.000 per la zona di prefiltraggio e abbiamo già presentato il progetto e fatto assemblare i tornelli. Il Napoli si è impegnato a fare tutto quello che nei tempi era consentito dalle deroghe. Il progetto dei tornelli è stato presentato più di un mese fa, purtroppo i tempi sono quelli che le ditte impiegheranno. Quello che possiamo dire, che avendo prenotato i tornelli in tempo, ci siamo messi in condizione di incominciare i lavori. Credo che per la fine di marzo sia pronta una curva. Ogni mese sarà pronto un settore, penso che finiremo entro la fine di giugno. Purtroppo c'è il pericolo che lo stadio rimanga chiuso fino a giugno”.
“Non entro nel merito della soluzione del governo se sia adeguata o meno - ha proseguito Marino – ma sinceramente con i tempi che corrono, non sono tranquillo nel giocare a porte chiuse. Sarei più propenso a sospendere i campionati e riprendere quando le condizioni di sicurezza ci saranno. Di fronte a problemi così gravi penso sia meglio fermarsi un attimo per trovare delle soluzioni. Non bisogna fare dei provvedimenti sulle spinte emotive, certamente non saranno dei migliori. Io mi sentirei più tranquillo se qualcuno dicesse di fermare il calcio, non si fanno partite fino a quando i tifosi sono al sicuro e le forze dell'ordine possono fare il loro lavoro. Come avviene all'estero e non come in Italia che si lanciano oggetti addosso a quelli che rappresentano lo Stato. E' una forma sovversiva che io riscontro solo nel calcio. Io da cittadino, non da dirigente, mi ribello perché ho la massima osservanza di chi rischia la vita per difenderci, anche se in Italia è diventato estremamente difficile. Ripeto io ho tanta ammirazione per le forze dell'ordine”.
“Non è un problema economico - ha concluso il dg del Napoli - qui si tratta di salvare il calcio. Se vogliamo salvare il calcio che sta a cuore dei tifosi e delle società, bisogna fermarsi fino a quando non saremo sicuri che i gli stadi si apriranno con la piena sicurezza dei cittadini e per le forze dell'ordine. Le misure dure vanno prese nei confronti dei delinquenti, non delle società. Se il ministro Amato farà quello che ha intenzione di fare, ci saranno quattro società su 42 che potranno giocare con il pubblico. Ribadisco che la cosa giusta sia fermare i campionati e riprendere con delle norme giuste a tutela del cittadino delle forze dell'ordine. Voglio sottolineare che tutto questo è il mio ' pensiero ' come cittadino, perchè dire di fermare i campionati come dirigente sarebbe una sconfitta per il calcio”
A cura di Felice Angelillo