28 Dicembre 2006 -- ”Bucchi rimane con noi, la sua piazza è Napoli. A Christian ho spiegato bene co¬me stanno le cose: lui e il suo procuratore devono stare solo tranquilli” . Le parole di De Laurentiis hanno contribuito a caricare ancora di più l’ex cannoniere della B nel caso ce ne fosse stato bisogno. Bucchi, in realtà, non si era mai arreso. All’accantonamento in panchina, aveva reagito tuffandosi con caparbietà negli allenamenti. Voleva dimostare che la sua astinenza era dovuta ad altri fattori, non certo all’incompatibilità con Calaiò, oppure perchè avesse dimenticato come si arrivi al gol. Ma sentire intorno a se la fiducia della società ed anche dei tifosi, che non hanno mai smesso di incoraggiarlo, è stato importante per il suo morale. “ Mai avevo pensato di andar via da Napoli “ , ha confidato agli amici di Modena dopo quell’accoglienza così calorosa da provocargli commozione.
Ora Bucchi si prepara a ritornare il cecchino infallibile che era stato negli ultimi due campionati: ad Ascoli prima, a Modena poi. Quarantasette gol di cui uno ai play off di B che lo avevano eletto tra i bomber più prolifici delle ultime due stagioni. Centotrentacinque reti in carriera, due promozioni in A (a Vicenza e ad Ascoli) e due titoli di cannoniere vinti, questo il pedigree che accompagna l’attaccante che il Napoli volle a tutti i costi l’estate scorsa.
In maglia azzurra, il bomber ha pagato anche per la foga con cui si era calato nel ruolo. Fin dal ritiro estivo in Austria non faceva altro che sognare l’impatto con i tifosi del San Paolo. « Dovrò fare subito gol, voglio provare l’ebbrezza di correre sotto la curva ed esultare, voglio sentire l’incitamento dei sessantamila » , ripeteva. E correva, sudava, cercava l’intesa con i compagni. In Coppa Italia partì a razzo: un gol al Frosinone, un altro alla Juve e a Buffon, il rigore trasformato sempre con i bianconeri dopo i supplementari, poi la doppietta alla prima di campionato con il Treviso. Fu lì che intuì che sarebbe entrato presto nel cuore dei tifosi napoletani. Ma Bucchi non poteva immaginare che alla prima sconfitta ( a Piacenza) sarebbero cambiate tante cose: il modulo di gioco, la sicurezza nelle giocate e anche la condizione atletica. Così cominciarono ad arrivare le prime sostituzioni, le critiche, la prima esclusione (a Bari).
Il momento di maggiore sconforto è arrivato dopo la terza gara vista dalla panchina. A Pescara, infatti, Reja lasciò subentrare Sosa al posto di Pià e non lui. Fu allora che cominciarono a circolare voci di un imminente divorzio tra Bucchi e il Napoli a gennaio. Voci avvalorate dall’esternazione del suo procuratore. Mai dal diretto interessato, legato al Napoli da un contratto quinquennale e costato peraltro una montagna di euro (tre milioni e mezzo). Finché Reja, vista anche la squalifica di Calaiò, non ha deciso di riaffidarsi a lui e constatare che ad un attaccante simile difficilmente si può rinunciare. Bucchi ha ripagato ritornando al gol con il Brescia e cominciando a dialogare con Calaiò come in Coppa Italia. Ora non aspetta altro che migliorare i movimenti con il compagno di reparto e spingere il Napoli verso il traguardo- promozione. A De Laurentiis ha promesso di ripagare la fiducia a suon di gol e Bucchi è uomo di parola.
Rino Cesarano
Fonte: Corriere dello Sport