Torneo Viareggio La prima volta dei nuovi baby azzurri dopo il fallimento del club. La storia internazionale delle giovanili napoletane
28 Dicembre 2006 -- Fiorentina, Maccabi Haifa, Napoli e Pergocrema. Riparte dal girone 7 della cinquantanovesima «Coppa Carnevale», l’antico e prestigioso Torneo di Viareggio, la storia internazionale dei baby del Napoli. Interrotta con il fallimento della società, ma negli ultimi anni della prima repubblica azzurra i risultati erano stati assai deludenti. La partecipazione degli azzurrini è un riconoscimento alla rifondazione. Ai buoni risultati del settore giovanile, che ricominciando dal nulla ha vinto subito un tricolore con la sua Berretti e nella stagione scorsa con la Primavera è stato secondo alla fine della stagione regolare.Dal 5 al 19 febbraio questo torneo che è diventato ormai un vero e proprio Mundialito giovanile, aperto com’è, stavolta, ai ragazzi nati tra il primo gennaio dell’87 e il 31 dicembre del ’91.
Sono 48 le formazioni iscritte e sorteggiate ieri per la composizione dei 12 gironi. E sono rappresentati tutti i continenti in questa edizione che vivrà anche l’emozione di giocare all’ombra della Coppa del mondo vinta dagli azzurri. Un omaggio della Federcalcio al Viareggio, visto che ben sedici del ventitrè azzurri mondiali hanno partecipato alla Coppa Carnevale. Al via con la sua giovane Primavera, dunque, il Napoli di Gigi Caffarelli, che il «Viareggio» l’ha già vissuto una volta da allenatore e tre da giovane calciatore, quando sulla panchina azzurra c’era Mario Corso.
Obiettivo azzurro, superare il primo turno e poi chissà. Il Napoli baby, infatti, quest’anno ha puntato molto sui nati nell’88 e anche nell’89. E tra i diciottenni tre già si propongono come protagonisti: l’esterno di sinistra D’Urso, nazionale under 18 che s’allena spesso con la prima squadra; il centrocampista centrale Palumbo, nazionale anch’egli e Ramaglia, un attaccante che Reja ha fatto esordire nella stagione scorsa in serie C. contro il Lanciano, nell’ultima partita. Un’opera di rifondazione, quella del settore giovanile, che il Napoli ha affidato a Peppe Santoro e che in due anni e un po’ ha portato il club a disporre di 12 formazioni giovanili e di un patrimonio di trecento e più ragazzi in una regione, la Campania, che da sempre è serbatoio di club del centro e nord Italia. Ed è la fuga dei giovani talenti che il Napoli ora tenta di bloccare.
f. m.
Fonte: Il Mattino.
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