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13 Dicembre 2006 -- Un’altra panchina per Christian Bucchi. Che ormai nelle gerarchie del tecnico Reja viene dopo Calaiò, dopo Pià, dopo Sosa. Dopo tutti. La crepa però stavolta si apre. E da oggi scuoterà tutti. Doloroso, per certi versi imbarazzante. Per il Napoli, che ha investito e poi messo in soffitta l’investimento. Per il giocatore, che i suoi 47 gol in due anni di B, prima di Napoli, li ha fatti: e merita un futuro migliore. E le cifre non mentono fino in fondo. Magari non diranno nemmeno la verità fino in fondo, ma se Bucchi deve farsi delle domande sul suo rendimento personale, il Napoli anche qualche quesito deve porselo. Non può liquidare tutto dietro l’intendimento fermo di non cedere. Deve valutare, riflettere. Incompatibilità tattica, caratteriale, di che si tratta? In tutti i matrimoni che non vanno alla fine si sbaglia in due. Bucchi i suoi sbagli li ha capiti. Il silenzio stampa lo rispetta, ma basta ragionare con il suo manager, Stefano Antonelli, che è più di un manager per Bucchi, è un amico, per capire cosa pensa il suo assistito. E se fino a qualche tempo fa ogni ipotesi di crepa nel rapporto tra il giocatore e il presente professionale veniva rispedita al mittente, oggi la risposta è un’altra:”Bucchi a Napoli dopo gennaio? Non lo so più, in questo momento non ci sentiamo di escludere nulla. Salvaguardando il patrimonio tecnico del giocatore, che non può essere discusso nella sostanza perché per lui parla quel che ha fatto, non posso escludere che Christian possa lasciare il Napoli nel mercato che sta per aprirsi. No, non lo escludiamo più” . Parole come pietre. Un futuro che, a questo punto, il giocatore non sente più scritto.
Intanto va profilandosi un braccio di ferro tra il Napoli e il calciatore. De Laurentiis e Marino sono intenzionati a trattenere ad ogni costo Bucchi. Due i motivi: a) per non sconfessare l’investimento più cospicuo della campagna acquisti estiva; b) per non rinforzare eventuali concorrenti, una su tutte il Bologna, già interessato in tempi non sospetti. “ Cristian resterà sicuramente al Napoli e la fiducia in lui non è mai venuta meno da parte nostra - va ripetendo da giorni Marino-
Anzi, mi auguro che riconquisti il posto tra i titolari con le prestazioni e non aspettando la squalifica di qualcuno” .
Ma con lo stop forzato di Calaiò, neanche esiste la certezza che Bucchi rientri contro il Mantova sul neutro di Perugia. Sembra un conto aperto che il tecnico e l’attaccante si portano dietro prima dai tempi di Vicenza (10 gol giocando pochissimo da titolare) e poi di Cagliari ( pochissime presenze per Christian). E Bucchi, quando il Napoli lo chiamò, qualche perplessità la avanzò alla luce del sole.
Il caso esiste, inutile negarlo. La sfida di sabato, però, presenta risvolti troppo intriganti per pensare ad un ulteriore accantonamento dell’ex cannoniere della B: a Perugia, Bucchi esordì in serie A nel ‘ 98 realizzando cinque gol dopo essere stato prelevato dai dilettanti del Settempeda; con il Mantova, poi, ha un conto personale ancora da regolare. Bucchi aveva spinto il Modena con i suoi 29 gol fino ai play off prima di essere eliminato dalla formazione allenata da Di Carlo. Difficile che Reja non tenga conto anche di questo quando dovrà scegliere tra lui e Sosa, altrimenti davvero il Napoli si troverebbe con un grande rebus da sciogliere alla riapertura del mercato. E un nuovo accantonamento il caso, già aperto, lo renderebbe lampante. Gestibile come, a quel punto?
Il Napoli non vuole sentire parlare di cedere Bucchi in B: certi rischi è bene non correrli mai. Ancora più quando alla finestra ci sono rivali diretti come Bologna e, ancor più il Rimini. Il Napoli, poi, senza Bucchi andrebbe a caccia di un’alternativa tecnica. Ma ha anche speso e vuole rientrare. In A c’è il Siena che, cedendo Bogdani al Genoa avrebbe il contante pronto. Ma per ora il dg Marino a tutto questo non vuole pensare.
Fabio Massimo Splendore
Fonte: Corriere dello sport