"Questo Napoli tornerà in A" Maradona non ha dubbi e si dice pronto ad essere presente per la festa promozione.
04 Dicembre 2006 -- Claudia si muove all’interno del piccolo teatro con la disinvoltura di una vera manager. Controlla la telecamera, verifica la posizione delle luci, controlla per l’ennesima volta il testo che suo marito dovrà leggere. Diego Armando Maradona la guarda, in un angolo, incantato. Il campione argentino è appena rientrato dal palazzo che ospita la finale di coppa Davis. Ha appoggiato in un angolo la maglia del suo Paese e una serie di sciarpe biancocelesti.
Maradona è pronto a lanciare una serie di video dedicati alla sua carriera. Un’iniziativa promossa dalla Gazzetta dello Sport. L’idea lo entusiasma, lo inorgoglisce il fatto che il suo mito non sia stato scalfito. Nell’attesa della registrazione il discorso scivola sul calcio italiano. Diego sa tutto. A cominciare da quest’Inter scatenata lanciata alla conquista dello scudetto. "È un’Inter argentina — dice con orgoglio — andata avanti grazie ai gol di Crespo, Cruz, Burdisso. In più ci sono Cambiasso, Samuel. Insomma questa Inter che dopo tanti anni è pronta a vincere uno scudetto sul campo porta il marchio del mio Paese. E questo è bello".
Ma l’Inter non è solo la colonia Argentina. C’è qualcosa in più. Maradona dedica un pensiero al presidente. "Sono felice anche per Moratti. È un grande uomo e un grande dirigente. In questi anni ha speso tanti, tantissimi soldi per far diventare l’Inter una delle squadre più forti del mondo. Ha speso tanto e vinto pochissimo. Se riuscirà a conquistare lo scudetto il primo applauso andrà proprio a Moratti che non si è mai sentito sconfitto. Che ha continuato a spendere e che ha continuato a investire risorse". C’è anche un suggerimento di mercato. Ma prima chiede: "È vero che l’Inter vuole Messi?".
Messi è il suo pallino. Lui arriva addirittura a considerarlo un possibile erede. Al Mondiale ha contestato Pekermann, c.t. della Seleccion, proprio perché Messi ha avuto un ruolo marginale. "Non credo che il Barcellona si farà scappare uno dei più grandi fuoriclasse del calcio mondiale. Ma se io fossi Moratti, e potessi prendere Messi, non ci penserei neppure un secondo. Lo porterei subito a Milano. Con lui l’Inter diventerebbe ancora più forte".
C’è un’altra squadra che gli sta nel cuore: il suo Napoli. "Quest’anno tornerà in A". Non è un pronostico. È una certezza. Maradona è ancora in contatto frequente con la città che lo ha amato. "La promozione non è in dubbio. De Laurentiis ha costruito una squadra competitiva. In più c’è la forza della città, dei tifosi. Napoli verrà in serie A e io parteciperò in qualche modo alla sua festa".
Il fisico si è nuovamente appesantito dopo tutta una serie di diete. Ma Maradona è sereno, sorridente. Il discorso torna sul Mondiale. Fabio Cannavaro ha appena conquistato il Pallone d’oro. Molti hanno criticato quel Cannavaro davanti a tutti. Maradona invece è schierato al fianco di Fabio. "Non ci poteva essere vincitore più degno" dice categorico. Poi aggiunge: "Il Mondiale non è stato di altissimo livello. Le grandi stelle hanno deluso. Cannavaro ha vinto perché è stato il più bravo. È stato lui con il suo cuore con la sua rabbia, con il suo temperamento ad aiutare l’Italia di Lippi a vincere il titolo. Quindi si goda tranquillo il Pallone d’oro dividendolo con i giocatori della Nazionale e la città di Napoli che ho letto ha sempre messo cuore". E aggiunge: "Purtroppo questo calcio è troppo fisico e piace meno alla gente. Per fortuna ci sono squadre con le quali divertirsi, come il Barcellona di Ronaldinho e Messi".
A cura di Luca Calamai
FONTE: La Gazzetta dello Sport
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