21 Novembre 2006 -- Tutte le grandi vittorie nascono da una grande difesa. È una regola basilare del calcio che tutti gli allenatori fanno loro per arrivare al successo. “E’ vero che per vincere bisogna segnare molto, ma è fondamentale cercare di non prendere gol”, aggiungono a sostegno di quella teoria che la pratica ha reso determinante. Il Napoli ha cominciato a risalire la classifica quando ha reso più sicura ed ermetica la sua difesa, quando Reja è passato dal 4-3-1-2, un modulo divenuto un po’ ballerino, ad una retroguardia con soli tre difensori, ma con i due esterni di centrocampo pronti ad abbassarsi ed a formare una linea Maginot dinanzi ad Iezzo.
“Quando ci difendiamo in cinque, avendo anche Amòdio dinanzi a noi, ci sentiamo più sicuri”, hanno dichiarato i difensori prima di chiudere anche la bocca oltre che la porta. Oggi, il Napoli può vantare la terza difesa del torneo con 8 gol incassati. Meglio hanno fatto solo la superfavorita Juventus con Buffon tra i pali e con 4 reti subite e la Triestina con 7. Non segna molto il Napoli, spesso vince gli incontri con un solo gol, ovvero con il minimo indispensabile e tenendo i tifosi in ansia sino alla fine. In questo campionato è già successo ben nove volte che la squadra di Reja abbia chiuso le partite realizzando una sola rete a gara. Gli ultimi quattro contro Crotone, Juventus, Bari e Bologna gli sono valsi dieci punti. L’aspetto che maggiormente conforta, però, è che dopo la sconfitta a Bergamo contro l’Albinoleffe Reja ha mutato volto al Napoli. E da quel giorno gli azzurri hanno subito soltanto una rete su punizione di Del Piero. La porta di Iezzo è inviolata da tre match considerando anche la partita di andata di coppa Italia contro il Parma e gli avversari hanno avuto pochissime occasioni per impensierire il portiere. Di Vicino su calcio piazzato a Bari, Bellucci con un tiro dal limite contro il Bologna.
Dunque, è un Napoli che rischia meno. Sentendosi più protetto appare anche più sicuro ed in grado di sopportare le tre punte: De Zerbi (Capparella), Calaiò, Pià. Reja ha saputo rinunciare al suo credo iniziale. “Ero partito con un progetto, poi, considerando le difficoltà della squadra, ho rivisto qualcosa - ha detto Reja prima di Napoli-Bologna -. Adesso, con i tre difensori più i due esterni abbiamo trovato una nostra identità e una sicurezza che prima non avevamo anche se non siamo mai stati annientati dagli avversari”. Vero, ma prima si andava in sofferenza a centrocampo per una questione tattica e fisica. Va dato merito alla vecchia guardia di un comportamento esemplare. Grava e Maldonado, messi in discussione all’inizio e schierati entrambi fuori ruolo, oggi appaiono fondamentali. Grintosi, non lasciano palla agli avversari. Decisivi il ritorno a destra di Grava e l’inserimento di Maldonado. Cannavaro, dopo una non facile fase di ambientamento, è in via di netta ripresa ed anche lui è un baluardo.
C’è da essere ottimisti aspettando che Domizzi, come Bucchi in attacco, dimostri il suo valore e che Savini, reduce da un serio infortunio, dia il meglio di sè anche se in un ruolo che non è proprio il suo. E soprattutto aspettando il calciomercato di gennaio quando si potrà intervenire per ingaggiare anche un esterno sinistro che faccia la differenza.
A cura di Vittorio Raio.
Fonte: Il Mattino