02 Novembre 2002 -- Clima spettrale negli spogliatoi del san Paolo con i calciatori del Napoli che sembrano ammutoliti e pietrificati di fronte alla nuova sconfitta interna. Le dichiarazioni degli azzurri per molti versi sono apparse inquietanti perchè hanno fatto riferimento a necessità di chiarimenti interni.
Clamorose in tal senso le dichiarazioni di Dionigi che ha espressamente affermato: "Non siamo una squadra". Da parte di tutti c'è stata una generale ammissione di colpe e di responsabilità, ma anche l'affermazione della necessità di un chiarimento.
"E' incredibile quello che è successo in campo - ha detto l'attaccante - non ci siamo proprio, non si può continuare in questo modo. Bisogna star zitti e pedalare, bisogna che cambi qualcosa".
"Dobbiamo fare un esame di coscienza profondissimo" ha detto Bonomi. Ancorpiù significativa la risposta alla domanda che gli chiedeva se la squadra fosse con l'allenatore: "Gli errori sono di tutti - ha risposto il difensore - della società, del tecnico e di noi giocatori".
Se Husain a Ferrarese che si dichiarano "senza parole", e riescono solo a fare mea culpa, il capitano Roberto Stellone (uscito per il riacutizzarsi della contrattura) si dichiara preoccupato non solo per la classifica, ma anche per il fatto che la squadra non riesca a vincere: "Dobbiamo darci una svegliata, una sola vittoria in otto partite non va bene per niente".
Anche le dichiarazioni di Mancini sono significative: "E' stato un vero e proprio disastro. Dobbiamo metterci e cercare di capire dove e perchè facciamo gli errori. E' assurda la situazione che si è venuta a creare, ma noi ci siamo messi in questa situazione e noi ci dobbiamo tirare fuori".
Il portiere poi conclude sottolineando la necessità di un chiarimento interno, pur senza entrare in dettaglio: "Dobbiamo capire quale sia il problema, chiarirci al nostro interno".
L'impressione è che davvero ci sia qualcosa che non quadri all'interno dello spogliatoio.
E Colomba? Il tecnico ammette di sentirsi in discussione "come qualsiasi allenatore nella medesima situazione di classifica", e poi riconosce che l'opera più urgente e necessaria è quella di "cementare tutto nella maniera migliore, cercando di compattare umori e sensibilità". Una sorta di conferma, dunque, di quel 'non siamo una squadra' denunciato da Dionigi.
"E' un'opera difficile, ma non impossibile" conclude il tecnico, con un flebile slancio di speranza.
La crisi più grave del Napoli è però in pieno svolgimento.