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E’ morto Giacinto Facchetti
L’attuale presidente dell’Inter aveva 64 anni, si è spento per un male incurabile.

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04 Settembre 2006 -- Alto, imponente. Sia in campo che fuori, come uomo. Solo la malattia è riuscita a superarlo. Grande: questo è stato Facchetti per tutta la sua vita. Grande fisicamente, tanto da mettere in difficoltà per la sua stazza tutti gli attaccanti che insidiavano la sua area di rigore, quella che Helenio Herrera gli aveva affidato insieme al ruolo di terzino. E dire che aveva cominciato da attaccante con la Trevigliese, la squadra della bergamasca dove era nato il 18 luglio 1942. Nell`Inter entrò nel finale della stagione 1960-1961, debuttando in serie A il 21 maggio del 1961, nella vittoria sulla Roma in trasferta per 2-0. Una vittoria dal sapore amaro per il giovane 19enne: la sua prestazione era stata opaca, ma Herrera credeva ciecamente in lui, e lo definì subito ‘una colonna fondamentale’.

Il ‘grande’ Giacinto non poteva essere altro che un pilastro. Uno di quei giocatori che pur senza segnare fanno la differenza nelle partite e nelle competizioni incetta di trofei. La ‘Grande Inter’ in cui militava si aggiudicò la Coppa dei Campioni nel 1964 e nel 1965, e il campionato italiano nel 1963, 1965, 1966 e 1971. Nel suo palmares anche una Coppa Intercontinentale e una Coppa Italia.

Se in nerazzurro i successi sono stati numerosi, in azzurro non furono da meno. Dopo l’esordio, il 27 marzo 1963, i 94 match disputati (secondo solo a Dino Zoff e Paolo Maldini) lo hanno visto vincere gli Europei del 1968 e laurearsi come vicecampione ai Mondiali di Messico 1970.
Otto anni dopo, in Argentina, il suo carisma servirà ancora la causa azzurra. Accompagna l’Italia ai Mondiali sudamericani e infonde forza e sicurezza al gruppo. Nello stesso anno, l’addio ai campi di calcio. Giacinto Facchetti, il grande terzino, dalla fascia sinistra si sposta sulle poltrone dirigenziali. Poltrone che però abbandona il più possibile per seguire la sua amata Inter da vicino: prima rappresentante all’estero della squadra meneghina, ne diviene, sotto Massimo Moratti, direttore generale. Dopo la scomparsa di Peppino Prisco ascende al ruolo di vicepresidente. Dal 2004 era stato nominato presidente da patron Moratti.

Giacinto Facchetti è sempre stato stimato dal mondo del calcio come uno degli uomini più corretti e onesti. La sua abitudine all``understatement`, la sua predilezione per i toni sommessi ma decisi, il suo rifiuto per le entrate a gamba tesa, sono stati la cifra distintiva della sua personalita’. Nulla di diverso rispetto a quello che era stato sui campi di gioco: da difensore si era meritata una sola espulsione in tutta la sua carriera.

Fonte: DataSport.it