02 Settembre 2006 -- Quando un ambiente è così carico di entusiasmo viene voglia di vincere e tentare l’impresa. Lo ammette senza mezzi termini, Roberto De Zerbi, il fantasista che ha già stregato i napoletani. Spiega: « Non pensavo ci potesse essere una partecipazione di folla simile dopo tante delusioni. Settantamila spettatori per una partita di Coppa Italia sono tanti anche se si gioca con la Juve. E’ stata una felice sorpresa per me. Con un pubblico così alle spalle diventerà tutto più facile. E secondo me, perderemo pochi punti nelle gare interne».
De Zerbi, bresciano di nascita, con alcune esperienze al Sud ( Avellino, Foggia, Catania) aveva solo sentito parlare del calore della folla napoletana. Verificarlo direttamente, per giunta in precampionato, è stato qualcosa di imprevedibile. Racconta: « Un impatto così positivo non l’avrei mai immaginato anche se sono abbastanza estroverso avendo ereditato molte cose da mio padre che è calabrese, di Oppido Mamertino. Mi sono trovato subito a mio agio nello spogliatoio e con i dirigenti, persone semplici e disponibili. Poi in campo è stato qualcosa di coinvolgente. La gente del San Paolo apprezza la giocata, applaude anche se non dovesse riuscire e questo mi spinge a fare sempre di più. Era quello che cercavo: uno stadio che sapesse trascinare ed esaltarsi.
Anche a Catania c’era grande entusiasmo ma non come a Napoli, qui sembra di essere in Coppa dei Campioni». De Zerbi ha trovato casa a Posillipo dove vive con la moglie (« E’ un posto bellissimo », nota). La prima cosa che ha sistemato è stata la videoteca che arricchisce in continuazione. In bella vista ci sono i dvd dei numeri “10' più famosi. « Rivedo spesso quello di Maradona, ovviamente » , confessa. E’ pronto per rituffarsi nel campionato di B dopo averlo vinto lo scorso anno con la maglia del Catania: « Al Napoli va sicuramente l’oscar del calcio mercato. Tutti mettono in risalto il potenziale offensivo con il mio arrivo e quello di Bucchi, io invece aggiungo che Cannavaro e Domizzi sono fortissimi, giocatori da serie A» .
Commenta senza problemi l’ipotesi avanzata da Reja di un avvicendamento frequente dei tre attaccanti (lui, Calaiò e Bucchi) nell’arco del torneo: « A Catania me la prendevo perchè la mia sostituzione avveniva sistematicamente, qui, invece, si può accettare con tranquillità perchè ci sono ricambi di buon valore e c’è la possibilità di cambiare modulo in corsa. Ora è importante partire con il piede giusto anche se con il Catania non partimmo bene eppure venimmo fuori alla distanza ». Ma quando un ambiente è così euforico viene anche la voglia di conquistare una maglia da titolare. L’esempio di Grava è emblematico. Reja gli aveva preferito Maldonado in avvio, eppure il difensore casertano è riuscito in silenzio a riprendersi il proprio posto al fianco di Cannavaro e Domizzi. Rivela: « Ogni anno vengo escluso dalla formazione- tipo inizialmente e poi tocca sgomitare per rientrare. Quest’estate mi sono arrabbiato un pò ma ho pensato solo ad allenarmi perchè giocare davanti a migliaia di tifosi e per una squadra a cui tengo è una gioia troppo grande. Difficilmente dimenticherò l’emozione per aver escluso la Juve dalla Coppa Italia».
dal Corriere dello Sport RINO CESARANO