18 Ottobre 2002 -- Dopo aver sganciato un paio di bombe ('Moggi vende il Napoli per Corbelli'; 'Stellone in rottura con la società') rivelatesi false alla prova dei fatti, il Corriere dello Sport corre ai ripari ed offre un'ampia intervista a Salvatore Naldi che accetta e si concede alle domande di Franco Esposito.
Il concetto espresso da Naldi è chiaro: il suo progetto non si limita alla ritorno in serie A, ma prevede un ritorno stabile e organico nel 'grande calcio', laddove il Napoli merita di stare. "Vogliamo nuotare verso il traguardo, non galleggiare. Non sarebbe da Napoli".
L'obiettivo principale è il raggiungimento di un "assetto stabile, societario, tecnico nel più breve tempo possibile, per ricollocare il Napoli dove deve stare. Non butto soldi tanto per fare qualcosa, ma solo per migliorare e cogliere le occasioni".
Nella sua sfida, l'imprenditore posillipino chiede "fiducia, di non essere lasciato solo" dalle istituzioni, fino all'ulitmo tifoso, poichè solo con queste condizioni "la rinasicata delk Napoli sarà completa e stabile".
In particolare, sul fronte delle istituzioni, la questione cui Naldi si riferisce è quella dello stadio: "Vorremmo discutere la soluzione più equa, più conveniente per tutti. Attualmente lo stadio provoca un deficit di due milioni di euro all'anno per il comune. E' una "gestione antieconomica", ed invece "bisogna trovare una soluzione virtuosa senza pregiudizi e demagogie".
Del resto, il presidente del Napoli, leader nella battaglia che ha riportato le gare alla domenica (quantomeno da Aprile a Novembre) rivendica di aver lottato per ottenere questo risultato non solo per "una questione mercantile", ma "per coninvolgere la città nelle sue varie espressioni. Il Napoli deve fare da traino".
Quanto ai rapporti con l'ex socio Corbelli, Naldi continua a mostrare il massimo di tranquillità: "C'è volontà di risolvere i problemi in tempi brevi. Tutti sanno tutto. Il Napoli è di Naldi e dei tifosi: c'è un contratto d'acquisto, una sentenza del tribunale. I napoletani non hanno sbagliato a riporre la fiducia in me".
Dopo aver 'impegnato' il gioiello di famiglia, l'Hotel Flora di Roma per risolvere il contenzioso e proseguire nel progetto, Naldi chiaramente intenzionato ad andare avanti anche da solo, e sull'ipotesi di trovare dei compagni di viaggio il presidente azzurro pone le sue condizioni.
"Cedo le quote solo a persone che abbiano determinati requisiti essenziali: qualità imprenditoriali e morali a tutto tondo, disponibilità a compiere insieme un lungo percorso, amore per Napoli e il Napoli. Devono essere persone innamorate del Napoli e di Napoli come me. gente con lemie stesse idee. Non mi interessa raccaltare soldi, voglio solo fare un salto di qualità".
Sul fronte sportivo, il presidente non fa proclami: "Il campionato è lungo e solo una serie di episodi negativi non ci hanno consentito di essere con le prime" e ribadisce la fiducia in Colomba e Marchetti.
Due scelte che il patron azzurro continua a giudicare positivamente, anche perchè stanno perseguendo con attenzione la politica societaria che mira a valorizzare i giovani del vivaio, e da Naldi arriva un implicito importante complimento per Antonio Floro Flores, inserito dal presidente nella lista dei campioni sfornati dal Napoli, dopo Ferrara e Cannavaro.
In vista della gara con il Livorno, Naldi manda un ulteriore messaggio alla squadra, rivelando di nutrire "uno stimolo particolare", perchè presidente dei labronici è quell'Aldo Spinelli che nei mesi scorsi aveva dichiarato che non avrebbe mai comprato il Napoli.
"Vorrei chiedere ai napoletani - afferma Naldi - se sono contenti di me o se avessero preferito avere Spinelli come presidente".