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14 Febbraio 2006 -- ”Se dovessero ripescare il Napoli in serie A dopo la promozione in B, non sarebbe un problema. Il doppio salto non mi spaventa: sono pronto ad allestire una grande squadra. L’importante è che non ci illudano e non ci deludano. Il Napoli ha grandi programmi, anche per quando dovrà esibirsi in Europa. Dico in Europa e non mi dilungo su un calcio internazionalizzato con il Napoli tra i protagonisti perché altrimenti qualcuno mi farà fare un altro anno di serie C". Aurelio De Laurentiis parla nell’auditorium della Curia poco prima di ricevere il «Premio San Gennaro» dalle mani del cardinale Michele Giordano. Il riconoscimento va anche al biologo Ernesto Landi ed al professor Lucio D’Alessandro. «Nell’agosto del 2004 stavo per creare un ponte di lavoro cinematografico tra Los Angeles e Shangai quando mi fu offerta la possibilità di far risorgere il calcio a Napoli - aggiunge De Laurentiis, toccando interessanti temi a lungo applauditi dal folto uditorio -. Avendo conosciuto tanti napoletani brillanti in varie città del mondo, dissi a mia moglie: ”A Napoli tutti hanno una marcia in più: andiamo”. Arrivai e nella città del sole, della fantasia, dove esiste una filosofia di vita unica, trovai gente spenta. ”Possibile che i napoletani siano bravi e geniali a Milano e a New York ed a Napoli facciano schifo?”, mi chiesi. Provai un disagio gigantesco, notando una ragnatela pazzesca». Dopo aver acquistato il Napoli, la vita di De Laurentiis è cambiata. «Sono un grande ”faticatore”, non mi stanco mai di lavorare. La mia voglia di fare e di dare sempre di più mi porta a pensare a Napoli come ad una città guida. Ripeto quando dissi al mio arrivo: ”Io ci sono”, ora spetta alla città prendere un impegno che sia degno di una città-guida». De Laurentiis, dopo aver incontrato il cardinale che ha esaltato la «napoletanità dei premiati» e Gennaro Alfano, presidente del comitato organizzatore, si sofferma con i cronisti parlando del premio: «Per i napoletani tre sono le cose più importanti: San Gennaro, il Vesuvio ed il Napoli. Sono passati tantissimi anni dalla morte del Santo, ma la devozione è sempre grandissima. Non so se sono degno di ricevere un attestato tanto prestigioso: spero di essere utile alla società napoletana. Il premio sarà uno stimolo in più per fare grande il Napoli». Dal premio-San Gennaro, al derby con la Juve Stabia: «Spero che vinca il Napoli, ma invito le due tifoserie ad abbracciarsi: è una gara tra napoletani». Il patron lancia anche un’altra frecciatina a Carraro: «Faccia il suo lavoro ed io faccio il mio. Io non mi permetto di interferire in quello che lui fa». Infine, parla di Reja e di Marino («Reja non si tocca e Marino è mio fratello di sangue»), di Calaiò («Sono felice per il suo ritorno al gol») e del futuro del club («Ho solo un rammarico: per ora, non posso realizzare quello che ho in mente per il Napoli e che i napoletani meriterebbero. Viviamo in un mondo proiettato verso il futuro. Siamo tutti in rete, siamo nel mondo e Napoli dovrà essere all’altezza della situazione in tutti i settori»).
VITTORIO RAIO
Fonte : Il Mattino