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Simoni, il ritorno dell’ex: «Gli azzurri non hanno rivali»
L’allenatore della Lucchese, di nuovo a Fuorigrotta

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20 Gennaio 2006 -- Sessantasette, ma non li dimostra. Sessantasette anni praticamente tutti di pallone e il destino vuole che li festeggi a Napoli domenica. A Napoli e contro il Napoli. Lui, Gigi Simoni che del Napoli è stato calciatore e due volte allenatore. E allora, s’aspetta che il Napoli le faccia un bel regalo? «Purché non mi regali due o tre gol accetto tutto». Intanto se l’è fatto da solo un bel regalo: successo a Lanciano e play off a due punti appena. «Sì, è stata una vittoria assai importante. Non facile, ma meritata. E ora che siamo là, la promozione ce la giochiamo pure noi. Napoli a parte, per l’altro posto siamo in otto o nove». Dal tono si capisce che comincia a divertirsi un’altra volta. «A Lucca sono più vicino alla dirigenza che alla squadra. Per dirla all’inglese sono il coach. È un’esperienza nuova che trovo interessante. Mi mancava e la sto facendo». L’addio al campo come è stato? «Avevo offerte dalla serie B e se avessi aspettato forse avrei trovato anche un club di A». Invece? «Invece mi chiamò il povero Franco Scoglio e mi parlò della Lucchese, del progetto, della qualità del presidente. Per due volte dissi no, non avevo voglia di tornare in serie C. La terza volta non seppi dire ancora no. E non me ne pento affatto. E i meriti di oggi li divido volentieri con lui che non c’è più». Reja contro Simoni, domenica. Non è proprio il nuovo che avanza, non le pare? «Decisamente no. Ma per colpa mia perchè Reja è ancora un giovanotto. Diciamo che il confronto sarà tra Reja e Pea: così il nuovo che avanza si può dire». A proposito di nuovo. In C, ma anche in A e in B c’è stata un’invasione di allenatori under 40 o giù di lì. Ma quali novità hanno portato? «Nessuna. Nel calcio è da un po’ di tempo che nessuno inventa nulla. Ne sono arrivati tanti, è vero, ma la ragione sta soprattutto nella volontà dei club di risparmiare». E hanno risparmiato? «Nient’affatto. Molti giovani allenatori finiscono per essere esonerati. E allora invece di pagarne due magari sarebbe convenuto pagarne uno un po’ di più, ma sicuramente esperto». Che cos’è che rende esperto un allenatore? «Beh, visto che ormai tutti giocano più o meno alla stessa maniera, spesso ciò che fa la differenza è la capacità di gestire il gruppo, la squadra». Il Napoli l’ha visto? Che ne pensa? «Per organico e per qualità non ha rivali. Andrà in B direttamente, su questo non ho dubbi. Ma non sarà una passeggiata. Vincere un campionato, in qualsivoglia serie, è sempre complicato». Una minaccia o un avvertimento? «Domenica spero di far bella figura. Vincere sarebbe bellissimo e anche assai importante. Però se devo perdere una partita, beh, allora preferisco perderla a Napoli e non altrove. Va bene così?»
FRANCESCO MAROLDA
Fonte: Il Mattino