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A porte chiuse contro la Roma
Roma-Napoli a porte chiuse l’11 gennaio.

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29 Dicembre 2005 -- Il prefetto di Roma, Achille Serra, ha ufficializzato ieri quanto era stato anticipato da «Il Mattino». Al termine del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza ha dichiarato: «Si giocherà a porte chiuse la partita di ritorno di Coppa Italia all’Olimpico perché ci sono stati incidenti molto gravi a Napoli. Ci sono state anche minacce reciproche tra le due tifoserie, tipo «ci rivedremo a Roma». La decisione, giusta e presa all’unanimità dal Comitato, non provocherà danni alle due società alla luce del risultato d’andata e della prevista scarsa affluenza di tifosi». Serra è intervenuto anche su una partita di serie D che l’Angri avrebbe dovuto giocare a Guidonia l’8 gennaio: «Perché l’impianto di Guidonia non è adeguato per ricevere i mille tifosi ospiti previsti». Serra ha comunicato la decisione al collega Renato Profili, il prefetto di Napoli intervenuto con durezza il giorno dopo gli scontri tra teppisti della Curva A e poliziotti a piazzale Tecchio: due auto delle forze dell’ordine bruciate, 15 arresti e 30 feriti. Profili negò il San Paolo per Napoli-Grosseto, rinviata dalla Lega al 5 gennaio. Lo stadio ha riaperto una settimana fa per Napoli-Lanciano: si sono registrati pochi spettatori sugli spalti, non incidenti. Roma-Napoli si giocherà alle ore 17, in diretta tv (la Rai, titolare dei diritti per la Coppa Italia, non ha ancora comunicato la rete), e senza spettatori. Un’esperienza vissuta dalla Roma poco più di un anno fa, quando l’Uefa dispose due partite a porte chiuse perché Frisk, l’arbitro della gara con la Dinamo Kiev in Champions, era stato colpito da una moneta alla testa. Per il Napoli una battuta del direttore generale Marino: «Le decisioni di un prefetto non si commentano, ma si accettano». In silenzio la Roma, anche se i dirigenti sono stupiti e si chiedono cosa potrebbe accadere in altre partite «a rischio». Oggi l’amministratore delegato Rosella Sensi contatta il presidente della Federcalcio Carraro, e il presidente della Lega Galliani, chiedendo di difendere gli interessi del club e dei tifosi. Quelli del Napoli, organizzati e non organizzati, sono rimasti colpiti dalla decisione di Serra. «Perché il gruppo che ha provocato gli incidenti all’esterno del San Paolo, dopo la partita con la Roma, non rappresenta il pubblico appassionato e corretto», ha sottolineato Saverio Passaretti, il presidente dell’Associazione italiana Napoli club. Si sono raccolte reazioni nel mondo politico. Improntato all’amarezza il commento del sindaco di Roma Veltroni: «È triste che si sia dovuti arrivare a tanto. Roma-Napoli dovrebbe essere occasione per una giornata di svago, invece è un evento a forte rischio per l’ordine pubblico. Mi chiedo se tutto ciò sia ancora sport». Paolo Cento, il deputato dei Verdi vice presidente della Commissione giustizia della Camera: «La decisione di Serra è sbagliata e inutilmente punitiva. È un precedente che suscita preoccupazione: le forze dell’ordine devono garantire sicurezza, troppo facile adempiere a questo dovere chiudendo lo stadio». Salvatore Lauro, il senatore della Cdl promotore del progetto culturale Romaneapolis, ha osservato: «Le intemperanze di pochi scalmanati non possono far dimenticare i rapporti tra due città da sempre improntati alla cordialità e amicizia. Ma Serra deve aver considerato la situazione ad alto rischio». Oggi si pronunceranno Carraro e Galliani sul caso che riguarda due tra le tifoserie più numerose e appassionate, che hanno subito un duro colpo alla loro immagine.
FRANCESCO DE LUCA
Fonte : Il Mattino