Calcio in piazza San Pietro Il monito del Papa, Benedetto XVI: 'Pił rispetto delle regole'.
22 Settembre 2005 -- Non si giocava su un prato erboso ma sul pavimento dei sampietrini. I campetti e le porte erano delimitati da piccoli coni di plastica. Non c'erano vere squadre ma gruppi di bambini, con casacche di ogni colore, che inseguivano allegramente il pallone. Cosi' il gioco del calcio, per la prima volta, ha fatto irruzione ieri in Piazza San Pietro: con i circa 500 bambini e bambine tra i sei e i nove anni dell'iniziativa promossa dal Settore Giovanile e Scolastico della Figc, in occasione dell'udienza generale di Benedetto XVI.
Lo spunto era la presenza all'udienza papale del comitato esecutivo Uefa, con il presidente Lennart Johansson e l'ex campione Michel Platini, e dei vertici federali italiani, con a capo Franco Carraro. Fin dalle 9, ben prima dell'arrivo del Papa da Castel Gandolfo, i 500 piccoli calciatori del Centro federale dell'Acquacetosa e di due scuole elementari romane, insieme ad altri di 16 nazioni est europee - oggi in prevalenza Azerbaijan e Bielorussia - ospitati per il progetto di sostegno economico e formativo ''Calcio Cares'' voluto da Figc e Santa Sede, hanno cominciato a dare vita alle loro partitelle. Corse a perdifiato, risate, schiamazzi, oltre a cori e sventolii di bandierine di ogni Paese, sotto gli sguardi emozionati di mamme e istruttori.
Salutando i partecipanti, Ratzinger ha ricordato nell'udienza che lo sport, "se praticato nel rispetto delle regole, e' strumento educativo e veicolo di importanti valori umani e spirituali". Ha quindi chiesto "l'impegno a far si' che lo sport contribuisca a costruire una societa' improntata al reciproco rispetto, alla lealta' dei comportamenti e alla solidarieta' tra tutti i popoli e le culture". Concetti che ispiravano anche lo slogan utilizzato per l'inedita presenza dei piccoli calciatori tra le colonne del Bernini, "Football is peace", legato alla Giornata della pace proclamata dall'Onu. Accompagnato dal presidente del Settore Giovanile della Figc, l'ex-arbitro Luigi Agnolin, un gruppo di una decina di ragazzini ha poi incontrato Benedetto XVI, consegnandogli la "sacca dell'amicizia", con le magliette e un pallone di cuoio. "Mi batteva forte il cuore - raccontava una di loro, Federica agli amichetti -. Il Papa mi ha anche dato la mano". "Io oggi ho fatto cinque gol", esclamava invece Marco, terza elementare, che da grande vorrebbe fare il calciatore. "A chi li dedico? Alla mamma e a Giovanni Paolo II", ha aggiunto con un piccolo lapsus, denotando quanto, anche tra i bambini, sia ancora forte il ricordo del predecessore di Papa Ratzinger.
E anche se negli stadi non sempre 'il calcio e' pace', per Agnolin lo spirito di solidarieta' e l'entusiasmo di questi atleti in erba - insieme al lavoro fatto con le scuole - possono indicare "la via per comportamenti diversi". "Si puo' essere di lingue e culture differenti - ha ribadito Ottavio Bonincontro, direttore della Scuola Calcio federale - ma il pallone accomuna tutti". Alla fine, anche il saluto dei bambini al Papa era quasi un coro di ultras: "Be-nedetto, Be-nedetto".
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