08 Agosto 2005 -- “Sono molto fiducioso perchè il Consiglio di Stato è l'ultimo grado di giustizia e ne fanno parte delle persone al di sopra di ogni parte, dal giudizio obiettivo”. Così il presidente del Napoli Soccer, Aurelio De Laurentiis a margine della presentazione della nona edizione del 'Trofeo Birra Moretti' e nelle dichiarazioni rilanciate dalle agenzie di stampa.
“Mi rende sereno - aggiunge De Laurentiis - il fatto che il Tar del Lazio pur avendo rigettato i nostri ricorsi abbia rafforzato due verità. La prima è che quello versato all'Inail è un contributo previdenziale, la seconda che è uno dei requisiti per l'ammissibilità al campionato. Adesso - ha ripreso il produttore cinematografico - dipende molto anche dalla Federazione, che dovrebbe avere non un gesto di stizza ma di maturità. Sembra quasi che loro vogliano evitare di essere sotto accusa per aver sbagliato. Qui non ha sbagliato nessuno, è sbagliata la regola. Se ad un certo punto uno deve autocertificare entro un termine perentorio è corretto prevedere che la Covisoc non debba fare operazioni di polizia e
quindi non debba investigare. Se però - sottolinea - si scopre che questa autocertificazione era falsa al momento perchè se il termine perentorio non è stato rispettato ed io invece prima o in quella stessa data produco un documento che attesta il contrario commetto un illecito, allora basta questo per dire che il club che si è macchiato di un illecito non può essere ammesso al campionato anche se lo si scopre successivamente”.
“Secondo me - spiega il produttore patron del Napoli - il Tar e la Camera arbitrale del Coni hanno autorizzato l'illecito. Questo, se il Consiglio di Stato dovesse confermare questa linea aberrante, porterebbe tutte le società ad autocertificare illecitamente”. Questo discorso non vale, a detta di De Laurentiis, per il Genoa. “Per il Genoa - ha detto - c'è un atto gravissimo di tipo completamente diverso. Il nostro problema è di stabilire se le squadre che sono state ammesse ai vari campionati, in particolare a quello di B, avessero i requisiti ad una data ritenuta perentoria? No, non li avevano. La Coavisoc ha commesso un abuso d'ufficio perchè non aveva il potere di differire il termine perentorio del 30 giugno al 12 luglio, per favorire probabilmente il Messina che addirittura ha pagato il 13 luglio, anche perchè la Coavisoc non è l'organo che può sovrintendere ai pagamenti verso l'Erario e gli istituti previdenziali ma può solo considerare le ricapitalizzazioni dei club”.
“Mi auguro - ha concluso - che il Consiglio di Stato dica che il termine perentorio era il 30 giugno riconoscendo la valenza giuridica di un termine che non è ordinatorio ma perentorio e di conseguenza inamovibile. Ma ammesso e non concesso si volesse pure chiudere un occhio per favorire qualcuno come la mettiamo con chi ha pagato oltre il 15 luglio? Mi auguro che il Consiglio di Stato non operi con leggerezza nè con superficialità”.