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04 Giugno 2005 -- Parola del presidente Aurelio De Laurentiis che, a margine del Premio Palizzi 2005 ha ribadito l'importanza del direttore generale e del tecnico.“Marino - ha sottolineato l'imprenditore cinematografico – è inamovibile e Reja mi sembra abbia fatto bene. Se avesse cominciato con questa squadra, sarebbe ora ad 80 punti, quindi, non ho nulla da pensare su di lui. Per quanto riguarda il direttore generale siamo una specie di fratelli siamesi”.Il patron oggi non si è però soffermato a parlare solo delle scelte tecniche, ma ha toccato diversi argomenti: dall'offesa che il Napoli ha ricevuto dal mondo del calcio ai caroselli dei tifosi, passando per play-off, arbitraggi e giocatori motivati.“Il calcio - ha proseguito - a Napoli lo hanno offeso e relegato ad un ruolo che non gli compete. Ma Napoli è protagonista indipendentemente dalla categoria”. Sui caroselli il patron ci è andato piano. “Non bisogna - ha proseguito De Laurentiis - fare caroselli e non bisogna autocelebrarsi. Noi siamo in C e questo e' solo un momento di allenamento. Bisogna andare avanti e mi auguro che la città possa essere con noi anche nella malaugurata ipotesi, che non ci augureremmo mai, di dover rimanere un altro anno in questa serie. Ma poiché ci hanno fatto questo regalo, che noi abbiamo accettato, ora molto sportivamente dobbiamo andare avanti, perchè il progetto è lungo e non ci sarà solo questa vittoria che Napoli sta vivendo come se fossero dei campionati mondiali. Questo fatto fa onore alla città, ma noi siamo qui per lavorare e lavoreremo anche se non dovesse andare benissimo, per portare Napoli dove merita. I caroselli voglio che si facciano, ma capisco quello che vuol dire Pasquale Esposito, quando ripete soprattutto 'andare avanti'. E' un viaggio lungo dove non ci si può mettere con il broncio e non ci si può mettere ogni volta a distruggersi e a dire però la federazione non ci ha fatto un bel regalo a metterci in questa categoria dove ormai siamo e che, putacaso, dovesse succedere un incidente nel corso dei play-off e dovessimo rimanerci, noi continueremo a non disperarci. Anche perchè sappiamo che se fossimo partiti con la squadra di oggi saremmo arrivati a 80 punti”.De Laurentiis si è detto tranquillo perché sa qual’è il valore della squadra, ma ribadisce che purtroppo la prima parte del campionato non ha aiutato la squadra e quindi, facendo le persone obiettive, dice “siamo convinti che ci può essere qualsiasi tipo di risultato”.
Il presidente ha parlato poi di Sambenedettese e Avellino,avversari degli azzurri nella scalata alla B. “La Samb è una squadra forte, che quando è andata a giocare fuori casa ha disturbato anche compagini importanti. Avellino è una squadra molto energica e fisica, dotata di grandi talenti per questa categoria. E noi sappiamo bene che non si tratta di una passeggiata di salute. Ce la metteremo tutta, i ragazzi sono in forma splendida, molto motivati, carichi carichi e il San Paolo è carico di voglia di esplodere positivamente e di conseguenza questa carica positiva darà una mano anche ai nostri moschettieri in campo e quindi speriamo di farcela. Alla rinascita o uno ci crede veramente o è inutile gioire soltanto perchè abbiamo vinto un play-off. Noi ce la mettiamo tutta, ma stiamo comunque giocando degli spareggi e non la Champions League per la quale la strada è ancora lunga e non ci si può fermare alla prima osteria che troviamo chiusa. Bisogna proseguire tutti quanti uniti con questo fervore e con questa coscienza che Napoli è una grande città e merita un grande calcio e noi siamo qui per questo”.
Ritornando alla questione relativa all'arbitraggio di domenica scorsa a San Benedetto del Tronto, De Laurentiis ha ripetuto che parlerà solo quando i play off saranno terminati. “Non voglio aggiungere - ha detto - fastidiose situazioni che possono pesare psicologicamente sulla squadra. Gli arbitri sono umani e possono sbagliare. Poi nel caso di San Benedetto la maggiore responsabilità ce l'avesse un guardalinee”. Parlando del rendimento in campo dei suoi il presidente ha ripetuto che non si tratta di una squadra dal doppio volto ma di una compagine dotata di una grossa tenuta di gioco rispetto alle altre squadre che incontra. “Si tratta di una tenuta che gli permette di sembrare molto più forte nel secondo tempo che nel primo. Domenica scorsa, Reja ha avuto il problema che a causa del grande tifo non riusciva a comunicare con i giocatori, quindi si è affidato a chi gli stava vicino, ossia a Abate, che ha impiegato circa un quarto d'ora a dire a tutti quello che avrebbero dovuto fare, ed e' stato durante questo momento che c’è stato un alleggerimento difensivo. Ma non è che il Napoli ha due volti, anzi secondo me la vera faccia la deve ancora mostrare”.In conclusione il patron partenopeo ha precisato che, nonostante la sua breve esperienza, si e' fatto già un'idea del mondo del calcio. “Per me che sono nuovo - ha concluso - quello del calcio mi sembra un mondo completamente da riformare e da rifondare. Forse,sono arrivato in un momento che più giù di come stava non poteva andarci. Poiché ho sentito lamentele da parte di tutti, vuol dire qualcosa non funziona e che forse è arrivato il momento che tutti ci sediamo attorno ad un grande tavolo e ne parliamo con tranquillità. Ma anche questo quando saranno concluso i play off”.