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Estendere Lodo Lazio a Maradona
L'associazione Contribuenti.it chiede che tutti i cittadini possano usufruire del trattamento riservato alla Lazio.

09 Aprile 2005 -- Anche Diego Armando Maradona, il 'pibe de oro', condannato recentemente dalla Cassazione a pagare al fisco oltre 30 milioni di euro, potrebbe utilizzare la normativa che l'Agenzia delle Entrate ha applicato ai 'debiti fiscali' della Lazio, consentendo una riduzione del 30% del dovuto e un pagamento diluito in 23 anziche' in 5 anni. A sostenerlo in una nota e' l' associazione Contribuenti.it che gestisce ''Lo sportello del Contribuente'' e che in un comunicato sottolinea che ''tutti i contribuenti italiani gradirebbero, da parte dell'amministrazione finanziaria, la stessa efficienza e celerita' mostrata con la S.S. Lazio memori della passione ventennale per ottenere i sospirati rimborsi fiscali''.

''Tra le migliaia di cittadini che possono aderire al 'Lodo Lazio' vi e' anche Diego Armando Maradona, di recente condannato dalla Suprema Corte di Cassazione con la sentenza 3231 del 2005 a pagare al fisco 30 milioni di euro oltre sanzioni ed interessi'', scrive l' associazione in un comunicato nel quale lancia la provocazione dicendosi pronta ad assistere gratuitamente i contribuenti che vorranno seguire la procedura del cosiddetto "Lodo Lazio". "Ad oggi - afferma Contribuenti.it - sono migliaia i contribuenti, aventi i requisiti descritti nella circolare n.8/E dell'Agenzia delle Entrate, che hanno compilato il modulo per aderire al condono 'Lodo Lazio' predisposto da 'Lo Sportello del Contribuente' da presentare quanto prima al Fisco per poter usufruire dei benefici della legge".

"Consiglio a tutti coloro che vogliono condonare i debiti con il fisco - afferma Vittorio Carlomagno presidente dell'associazione - di presentare immediatamente la domanda. Sono in tanti che vorrebbero modificare una legge dello stato prima ancora che trovi concreta applicazione". La condanna della Corte di Cassazione nei confronti di Maradona e' dello scorso febbraio, quando i giudici respinsero un ricorso del giocatore argentino che lamentava la mancata richiesta del fisco. La Cassazione ha infatti verificato che molti avvisi di accertamento non sono pervenuti all' ex bomber del Napoli ma ha anche sottolineato che almeno due occasioni le cartelle fiscali gli sono state consegnate in mano: la prima il il 18 maggio del 1993, a Siviglia, ''tramite il Consolato d'Italia''; la seconda il 27 novembre del 1998 quando il mitico 'numero dieci' fu intercettato, di passaggio, all'aeroporto milanese di Malpensa.