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18 Febbraio 2005 -- Omar Sivori e' morto - per un tumore al pancreas - a San Nicolas, la citta' a 200 km da Buenos Aires dove risiedeva da molto tempo. Lo conferma un familiare, precisando che gia' domenica l'ex fuoriclasse (Pallone d'oro nel 1961) presentava sintomi preoccupanti. A settembre era stato ricoverato d'urgenza nella Clinica Mater Dei di Buenos Aires per pancreatite acuta, superata con un intervento chirurgico. Aveva da tempo abbandonato la sua attivita', ritirandosi nella sua azienda agricola. Nato proprio a San Nicolas il 2 ottobre del 1935 Sivori arrivo' in Italia alla Juventus nel lontano 1957 dal River Plate passō, poi al Napoli, facendo ritorno in Argentina nel 1969. In Italia ha messo a segno 258 gol; ha partecipato a 9 incontri in azzurro segnando complessivamente 8 reti. Immenso per i suoi dribbling e le sue finte, segna e fa segnare. Inventore del tunnel, inganna frotte di terzini e diventa il primo giocoliere del campionato, irridendo, con i suoi calzettoni abbassati e il caratterino che si ritrova, fior di avversari in campo e in panchina. Omar non si tira indietro nemmeno quando le sfide si fanno infuocate. Anzi, il clima della battaglia lo esalta, Sivori non e' tipo che si fa soggiogare: risponde alle provocazioni, non subisce passivamente i difensori avversari, ma replica colpo su colpo a chi lo maltratta. Non a caso, in 11 anni di carriera italiana, colleziona oltre trenta giornate di squalifica per colpa del suo temperamento bizzoso e ''caliente''.
Con la maglietta del Napoli gioca dal campionato 1965/1966 al campionato 1968/1969 totalizzando 63 presenze e realizzando 12 reti. I maggiori successi li ottiene precedentemente al suo arrivo a Napoli con la casacca della Juventus vincendo tre scudetti, tre coppa Italia ed il 'Pallone d'oro'. "E' stato il Maradona degli anni '60, un giocatore geniale, estroverso ma anche un uomo di grande umanitā". Cosi' l'ex calciatore del Napoli, Antonio Iuliano, ricorda Omar Sivori: "Abbiamo giocato insieme nel Napoli quattro anni, fino al '69 - dice Iuliano - e ho sempre riconosciuto che da lui, sotto il profilo tecnico, ho imparato davvero moltissimo. Lo ricordo ancora ancora quando scendeva in campo al San Paolo pronto a fronteggiare ogni situazione. Anni bellissimi - prosegue Iuliano - della promozione dalla B alla A. L'allora presidente Roberto Fiore prese Sivori ed Altafini. Nella squadra c'era sempre una grande armonia. Per me quelli sono stati gli anni del calcio vero". Iuliano ricorda soprattutto le doti umane di Sivori: "Aveva sempre una parola buona per tutti. Bisognava stargli vicino per capire quanto valesse".
"E' stato tra i pių grandi calciatori di sempre - ha commentato Ottavio Bianchi con dolore ricordando il compagno di squadra ai tempi di quando giocava nel Napoli - Aveva gli occhi dietro la schiena. Ma aveva soprattutto una grande, straordinaria personalitā. Un campione unico, non paragonabile ad altri: e' una notizia che mi lascia di stucco. Al di lā dei suoi valori sportivi io vorrei ricordare Omar Sivori per quello che mi ha lasciato come uomo - racconta l'allenatore del primo scudetto del Napoli - Nč io nč lui eravamo alti due metri e nessuno dei due aveva grande voglia di allenarci, ecco perchč ogni volta che andavamo allo stadio la sua battuta era sempre quella: Ottavio, io e te andiamo all'ingresso dirigenti. Cioč, sapeva che l'ingresso atleti non...faceva per noi. Insomma, era autoironico, sapeva prendersi in giro, ma era anche un uomo che sapeva chi era. Si prendeva sul serio solo quando entrava in campo, tanto che sentiva le partite come pochi. La tensione lo faceva persino vomitare prima delle gare, persino nelle amichevoli. E quando uno di noi gli diceva: Omar, ma dai, e' una amichevole... lui rispondeva: Io sono Sivori, e quando vado la' fuori devo comportarmi da Sivori".
"Sono molto addolorato per la scomparsa di Omar Sivori. Era un grande uomo oltre che un grande campione: gli ero legatissimo. Con il suo arrivo e con un buon affiatamento di gruppo facemmo bene, migliorando l'intera squadra". Queste, invece, le prime dichiarazioni dell'ex azzurro, Vincenzo Montefusco alla notizia della scomparsa del suo compagno di squadra: "Noi - ricorda ancora il mister -abbiamo giocato insieme. Era il campionato 1965-'66". In quel Napoli, che si classifico' al terzo posto, militavano anche altri nomi rimasti legati al panorama azzurro. Tra essi Altafini, Cane' ed Iuliano. "Omar Sivori lo ricordo non solo come un grande calciatore ma anche come un amico, un connazionale, una bella persona. Dire bene di lui e' davvero poco, riduttivo". E' questo il ricordo che Bruno Pesaola, ex allenatore del Napoli, ha di Sivori: "Omar - prosegue l'ex tecnico - e' stato uno dei piu' grandi calciatori di quel tempo e non solo. A parer mio di tutti i tempi. Ho avuto la fortuna di allenarlo dal 1965 al 1968. Di lui dire bene e' riduttivo, troppo poco. Chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare ha avuto sensazioni come quelle che Diego Armando Maradona ha dato nei tempi moderni".