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Che disav...Ventura
Un Napoli lento e lezioso regala i tre punti al Chieti, una squadra onorevole e ordinata.

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01 Novembre 2004 -- Finisce male, malissimo la partita che avrebbe dovuto segnare l’inizio del vero campionato del Napoli, la prima delle due occasioni da non perdere per rilanciare la squadra verso posizioni piu’ adeguate alle aspettative generali. Di fronte c’è il Chieti una squadra sconosciuta alla quasi totale maggioranza degli spettatori accorsi ancora una volta numerosi ma sin dall’ inizio meno inclini all’ entusiasmo.

Il clima che si vive al San Paolo non è quello delle partite con Cittadella e Vis Pesaro. Pochi minuti prima dell’ inizio della gara quel vuoto incomprensibile presente in Curva B si riempie di uno striscione che reca l’ effige del DIVINO DIEGO, con il quale fa il paio lo striscione esposto nella dirimpettaia Curva A che più esplicitamente augura alla nostra ICONA il buon compleanno. Finalmente quel buco sconcertante e triste della B si riempie ed è questa l’ unica buona notizia di un pomeriggio grigio, afoso tremendamente deprimente.

Il primo tempo scivola stancamente senza alcun sussulto (fatta eccezione la rete fortuita annullata aBerrettoni). Il Napoli non mostra alcuna idea di gioco, alcuna grinta agonistica , il Chieti “abbozza”, anzi, incredulo della pochezza partenopea si abbandona ad irritanti manfrine volte a perder tempo sin dai primi minuti di gioco. E’ la linea mediana che si dimostra del tutto inadeguata : Gatti giochicchia, Corneliusson si danna ma mai e poi mai saprà impostare, verticalizzare. Toledo è ormai il terminale di ogni azione ma i Chietini se ne accorgono nell’ arco di sei secondi e sistematicamente raddoppiano, triplicano ed il nostro svanisce nel traffico senza partorire alcuna iniziativa proficua.

In attacco un Sosa voglioso ma imbarazzante in quanto a condizione spizzica qualche pallone ma Berrettoni che si prodiga in una una unica iniziativa personale non è mai pronto a sfruttare. Nel grigio e nell’ afa come era iniziato così finisce la prima frazione di gioco, piovono strameritati i primi fischi dagli spalti. Ci si attende un riscatto un cambio dell’ ineffabile Ventura ed invece nulla per il secondo tempo. Vero è che Mora del tutto inutilizzato nella prima frazione nella manovra offensiva arretra e Toledo avanza al fianco di Sosa fino a simulare un 4-3-3 ma questa sporadica mossa non cambia nulla.

Il Napoli è troppo lento, lezioso, addirittura rinunciatario fino al momento in cui si palesa la consistenza onorevole e ordinata del Chieti che sa approfittare di una palla malamente persa da Gatti a centrocampo per impostare una bella azione che si conclude in rete. Ci si aspetta una reazione veemente invece è ora il Chieti che ha capito dove e come colpire, pressa e approfitta dell’ incredibile svarione di Terzi per chiudere la partita. Dal secondo gol in poi una pena senza fine, compreso il rigore “generoso “ che a solo illuso i piu’ ottimisti. Alla fine tanta amarezza , il progetto tecnico di Pierpaolo Marino, per adesso stenta a decollare, i limiti strutturali della squadra risultano gara dopo gara sempre piu’ evidenti, troppo rigido Ventura nel chiedere al Napoli sempre le solite soluzione, magari efficaci ma inadatte a questa rosa, il Napoli non riesce mai ad essere rapido per spostare gli avversari e liberare le ali.

Adesso è necessario restare calmi e fermi nelle proprie scelte, far crescere la convinzione , la condizione e la necessaria rabbia agonistica adatta alla categoria, di sicuro non uccideremo il torneo, ma almeno eviteremo le incomprensibili prestazioni quali quella offerta oggi. La società ha infine decretato il ritiro d’ ora innanzi “per ritrovare e rinsaldare il gruppo “ ha dichiarato De Laurentis, mi domando come sia possibile che in un ambiente come quello azzurro (intendo pubblico e questa volta anche stampa) questo bene, questo concetto, non sia sempre presente e costantemente autoalimentato. La speranza rimane comunque nel fatto che si intenda prendere tempestivamente provvedimenti, possibilmente coerenti, seri …. professionali, negli ultimi anni di dilettanti allo sbaraglio il pubblico Napoletano ne ha sopportato fin troppi.

A cura di Raffaele Santone