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Passo avanti per Diego
Il medico personale di Maradona "ci sono netti miglioramenti ma necessita ancora di cure"

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04 Agosto 2004 -- Il trattamento di disintossicazione dalla droga, cominciato da Maratona nello scorso mese di aprile, sta dando i primi risultati, questo è in sintesi quanto si legge nell’articolo apparso sul quotidiano argentino ‘Ole’.
Il medico personale di Maradona, il dottor Alfredo Cahe, ha detto di aver notato un netto miglioramento della situazione. “Diego sta molto bene, psicologicamente è tornato quello di venti o trenta anni fa. La polmonite diagnosticata ad aprile ha lasciato qualche strascico, così sono necessari frequenti controlli per verificare il corretto funzionamento del cuore". L'ex 'pibe de oro' segue un rigido regime alimentare e si concede qualche stravizio solo la domenica, quando le visite dei familiari durano quattro ore. In pochi mesi ha perso oltre 20 kg: dai 123 di maggio è sceso a 102, sebbene l'unica attività fisica regolare sia legata alle partite di golf.

Il paziente è autorizzato a lasciare temporaneamente la clinica e utilizza ingressi e uscite secondarie per evitare le attenzioni dei media. In particolare, nei giorni scorsi, Maradona ha raggiunto l'abitazione dei suoi genitori per festeggiare il compleanno della madre 'dona' Tota, che ha compiuto 75 anni. Per il resto, l'unico contatto con il mondo esterno è la tv, accesa solo per guardare partite di calcio e documentari. Tassativamente vietati i programmi di cronaca 'rosa', che potrebbero contenere riferimenti alla situazione dell'ex calciatore.

Ciò nonostante, si legge sempre nell’articolo, l’umore di Diego varia repentinamente: dall'euforia Maradona passa alla tristezza, con conseguenti accuse alla famiglia, 'rea' di aver scelto una clinica simile ad un carcere. “Qui c'e' qualcuno che sostiene di essere Napoleone... qualcun altro dice di essere San Martino... quando io dico che sono Diego Armando Maradona, non mi crede nessuno”, avrebbe anche detto Diego Maradona ai propri familiari in un momento di crisi.

Infine sembrerebbe che il dottor Alfredo Cahe abbia chiesto ai magistrati il permesso di portare il proprio paziente a Cuba o in Svizzera ma i familiari di Diego si sarebbero opposti preferendo il proseguano nella clinica di Buenos Aires