03 Agosto 2004 -- "La tormentata vicenda della società Sportiva Calcio Napoli - scrivono i giudici nella sentenza di fallimento della SSC Napoli - quale sia andata involvendo nell'ultimo quinquennio, potrebbe definirsi, mutuando il titolo di una nota opera letteraria, cronaca di una morte annunciata. Il fallimento della società infatti che il tribunale si appresta a dichiarare - continua il dispositivo - è l'ineluttabilità di assetti proprietari nè mai chiari nè definiti è tuttora litigioso (vedi i contenziosi ancora in atto tra Naldi, Corbelli, Ferlaino e Gallo)".

Il Tribunale dopo aver constatato lo 'stato di insolvenza' e aver decretato il fallimento ha osservato che vi sono stati "tardivi tentativi di salvataggio scarsamente trasparenti e poco rispettosi delle regole ordinamentali sia statuali che sportive con eccessiva disinvoltura interpretativa e ritenute eludibili" (operazione Gaucci?, ndr). Secondo i magistrati sono state "proclamate disponibilità a interventi di risanamento societario e interessati temporeggiamenti che mal dissimulano pur legittimi fini speculativi e malcelata speranza di conseguire un prestigioso titolo sportivo a costo zero". Secondo i magistrati si tratta di "enfasi declamatoria più che di contributi fattivi".

Il Tribunale ha rilevato nel Calcio Napoli "malaccorta ed inadeguata gestione imprenditoriale" da parte dell'ex presidente Naldi "anche prodiga di apporti finanziari, ma sempre connotata da approssimazione, gravi errori e/o assenza di progettualità, irresponsabile e infruttuosa dissipazione di risorse".