08 Giugno 2004 -- Sarebbero finalizzate ad accertamenti disposti in base all'articolo 6 della legge fallimentare, che affida al pubblico ministero l'iniziativa di promuovere eventualmente l'azione fallimentare anche in assenza di istanze formulate da soci o creditori, le acquisizioni di bilanci e documenti disposti dalla magistratura nella sede della Societa' Calcio Napoli ed eseguite ieri dalla Guardia di Finanza.
Bilanci, libri amministrativi, documenti relativi ai movimenti finanziari sono stati acquisiti dalla Guardia di finanza su ordine del pm della sezione Affari civili della Procura di Napoli, Enzo Piscitelli. Al termine dell'esame degli atti acquisiti - che dovrebbe concludersi entro una settimana, dieci giorni - il magistrato si pronuncera' sulla situazione della societa' calcistica. E' eventualmente facolta' dello stesso pubblico ministero chiedere, alla fine dell'esame e della verifica dei documenti contabili, il fallimento della societa', ove ve ne fossero gli estremi. Gli accertamenti sono stati ordinati in seguito alle notizie di stampa relative alla difficile situazione societaria e finanziaria che sta vivendo il Napoli e in particolare all'indomani della istanza fatta dal collegio sindacale della societa' al Tribunale fallimentare che il 24 giugno prossimo ha fissato una udienza per la eventuale nomina di un liquidatore.
L'assemblea della società sportiva intanto dovrebbe riunirsi lunedì prossimo e nel frattempo sia il presidente Toto Naldi che Giorgio Corbelli stanno cercando soluzioni per evitare il fallimento della società. Per Naldi Corbelli è ancora il proprietario del pacchetto di maggioranza della Napoli Sa, la società che controlla la spa, a dover far fronte agli oneri della società, in primo luogo la ricapitalizzazione fino a 18 milioni di euro. La prima assemblea, il 14 maggio scorso, è andata deserta. Grande attesa c'è ora per l'appuntamento di lunedì prossimo. Stante la lite tra Naldi e Corbelli - quest'ultimo vanta un credito di 31 milioni di euro dall'attuale patron azzurro che però ritiene sopravvalutato il prezzo per la cessione delle azioni - in mancanza di una ricostituzione del capitale la società si avvierà inesorabilmente al fallimento.