Calcio Scommesse Dodici squadre implicate, cinque calciatori indagati, otto partite sotto accusa, Carraro soddisfatto
11 Maggio 2004 -- Una nuova bufera si abbatte sul mondo del calcio, dodici società tra seire A,B e C sono sospettate di combine, si tratta di: Siena, Chievo, Lecce e Reggina(serie A); Ascoli e Piacenza (serie B); Catanzaro, Crotone, Fermana, Lumezzane, Sassari Thorres e Taranto (C1); ancora da vagliare poi la posizione dell'Udinese (serie A) che potrebbe diventare la tredicesima società. Una indagine dei carbinieri del Reparto operativo di Napoli e degli agenti della Dia riguardante attività illecite di clan cammorristici, ha portato inaspettatamente ad imbattersi nello 'scandalo delle scommesse'. Numerose partite dei campionati in corso sarebbero state nient'altro che una farsa, con i risultati già scritti prima del fischio di inizio.
E' quanto emerge da intercettazioni telefoniche che hanno indotto oggi i pm della Dda di Napoli Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice a ordinare una serie di perquisizioni nelle sedi delle società già citate e con cinque calciatori indagati per associazione per delinquere e frode in competizione sportiva, all'ombra di rapporti con camorristi e faccendieri interessati al business delle scommesse, si tratta di: Generoso Rossi, ex portiere del Siena, Roberto D'Aversa e Nicola Ventola, rispettivamente centrocampista e attaccante della compagine toscana; Salvatore Ambrosino, centrocampista passato dal Catanzaro (C/1) al Grosseto (C/2); Vincenzo Onorato, che ha giocato nella Juve Stabia (promossa quest'anno dalla D alla C/2).
Attualmente, il Siena, ha sospeso in via cautelativa Nicola Ventola e Roberto D'Aversa ed attraversa una nota ufficiale ha fatto sapere che: "L'A.C. Siena in relazione alle vicende oggetto delle indagini da parte della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, vicende che hanno portato alla perquisizione della sede della Società bianconera e nelle quali risultano coinvolti i giocatori Generoso Rossi, Roberto D'Aversa e Nicola Ventola, esprime totale fiducia nell'operato della magistratura nella certezza che i comportamenti della Società sono sempre stati improntati all'assoluto rispetto delle regole e della lealtà sportiva. Pur auspicando che l'estraneita' ai fatti oggetto delle indagini venga appurata anche nei confronti dei tre giocatori coinvolti, della cui correttezza peraltro la Società non ha mai avuto motivi di dubitare, l'A.C. Siena ha deciso di sospendere in via cautelativa da ogni obbligo agonistico i due atleti attualmente nell'organico della squadra, D'Aversa e Ventola, anche al fine di consentire loro una assoluta libertà di azione nella tutela della propria immagine professionale".
Tra i calciatori del Siena, quello maggiormente indiziato è l'ex portiere Rossi, misteriosamente esonerato dal Siena ad aprile, in particolare è emerso da intercettazioni telefoniche che Rossi, fa spesso riferimento, talvolta avanzando qualche incertezza, a risultati che si dovrebbero verificare sul campo e sui quali sarebbe pertanto conveniente scommettere. La telefonata più scottante è quella del 18 aprile 2004 quando il portiere, parlando con D'Aversa, gli comunica una serie di risultati: Chievo pari, Ascoli pari, Crotone 1, Catanzaro 2, ecc. Tutti risultati che si realizzano davvero, in un 'filotto' di cinque partite. Ma anche altri match sono in sospetto di combine: Lecce-Siena 0-0, Chievo-Siena 1-1 e Siena-Udinese 1-0. Per quanto riguarda Chievo-Siena si parla addirittura di un accordo generale dal quale sarebbe estraneo il solo allenatore dei veneti, Del Neri.
L'inchiesta, comunque ruota anche intorno ad altri personaggi: Antonio Di Dio, 51enne dipendente del banco di Napoli, consigliere circoscrizionale del quartiere Bagnoli, trasmigrato da Forza Italia; Giacomo Cavalcanti, soprannominato 'o poeta, uno dei personaggi di maggiore rilievo della camorra degli anni '80, tanto da essere considerato uno dei leader del cartello di clan che andava sotto il nome di Nuova Famiglia. Cavalcanti ora vive a Verona dove è titolare di una azienda che commercializza schede telefoniche. Lui sostiene di essersi tirato fuori da un pezzo dalla malavita, ma a chiamarlo in causa è stato di recente l'ex boss di Forcella Luigi Giuliano, diventato collaboratore di giustizia. Le indagini dei carabinieri e della Dia hanno messo in luce i frequenti contatti che Cavalcanti ha avuto con Di Dio: nelle telefonate si parla di appalti, si fa riferimento a contatti con un assessore di Pozzuoli per un favore di carattere personale al boss, e trapela anche l'ipotesi del tentativo di aggiustamento di un processo. Ma a destare maggiormente l'interesse degli inquirenti, sono le conversazioni tra Di Dio e Rossi, quasi sempre incentrate sulle partite di calcio e sulle scommesse da giocare.
Carraro subito intervistato sullo scandalo scommesse si è detto soddisfatto per l'indagine ed ha auspicato punizioni appropriate in caso di comportamenti scorretti: "Sono lieto- sottolinea - che si faccia una lotta serrata alle scommesse che trovano terreno di coltura in ambienti malavitosi,e che fanno un'illecita concorrenza alle scommesse legali". Il presidente della Lega, ha poi fatto sapere di aver subito attivato l'ufficio indagini per accertare eventuali responsabilità di tesserati.
|