29 Marzo 2004 -- "Non siamo dilapidatori di soldi pubblici. Non abbiamo mai chiesto regali. Metteremo dei paletti nei confronti di chi ha situazione economiche difficili, mentre non interverremo in alcun modo nei confronti delle società virtuose". Preso atto che non c'è la volontà politica di emanare decreti per aiutare il calcio, il presidente federale Franco Carraro ha spiegato in questo modo qual è la direzione in cui intende muoversi la Figc, al termine della riunione con tutti i rappresentanti delle istituzioni calcistiche che si è tenuta oggi a Milano.
Per oltre due ore, i presidenti delle Leghe e di Assocalciatori e Assoallenatori hanno discusso assieme ai vertici federali sulle possibili soluzioni alla crisi del calcio con calma e tranquillità, partendo dalla decisione di rinnovare un contratto collettivo scaduto ormai da 10 anni. La speranza di un intervento del Governo è stata ormai abbandonata e il mondo del calcio ha compreso che dovrà regolamentarsi da solo e quindi ha in cantiere una serie di riforme per sanare una situazione che Carraro guarda con un 'ottimismo di fondo', anche se fatica a capire perchè 'il creditore non abbia voluto tutelare il suo credito' varando un decreto che rateizzasse il debito fiscale delle società.
Ma anche oggi la Lega Nord non ha mancato di far sentire la sua opposizione a un intervento dello Stato così come il commissario europeo Mario Monti, e quindi il calcio deve lavorare su altre strade, tutelando le società virtuose e controllando quelle amministrate con ben poca virtù. Se per le prime, infatti, nuove regole federali 'sarebbero errate intromissioni in spa regolate dal codice civile', per le seconde 'è prevista l'introduzione progressiva di paletti che riportino a norma una situazione economica appesantita'.
Nessun salary cap, quindi, nè riduzione delle rose, ma si interverrà per far sì che 'il numero maggiore di società sia in regola' attraverso una serie di norme come l'esclusione dal calcio mercato o la limitazione degli emolumenti che verranno discusse 'a 360 gradi, nell'ambito del realizzabile'. Carraro ha definito 'un'ipotesi che richiede approfondimenti tecnici' la possibilità di far ripartire dalla serie precedente una società che non riesce a iscriversi al prossimo campionato. E' questo però l'orientamento dei vertici del calcio e dell'attuazione concreta di questa ipotesi si parlerà nei prossimi Consigli Federali: "Il sistema precedente ha retto - ha spiegato Carraro - ma ora ci sembra giusto cambiare il nostro regolamento perchè è un momento in cui la situazione economica di alcune società può far temere che ci sia un numero superiore rispetto al passato di squadre che non riescono a iscriversi ai campionati".
Si studierà quindi un progetto che salvi le società 'con un minimo di tradizione sportiva' in modo tale da non farle sprofondare tra i dilettanti, ma dando loro la possibilità di iscriversi con un altro nome al campionato immediatamente inferiore a quello a cui dovevano partecipare. La società fallita perderà i giocatori e potrà ripartire con lo stesso nome dalla terza categoria: "Può essere una città piccola, media o grande - ha concluso Carraro - e non importa quante squadre ci giochino. Fisseremo parametri oggettivi e nulla verrà lasciato all'improvvisazione'. Insomma, il calcio si sta muovendo e questo è ciò che Carraro tiene a sottolineare in modo particolare. Basta parlare di decreti salva-calcio, quindi, "perchè il calcio di aiuti non ne ha mai chiesti e semmai di soldi per lo Stato ne produce. Ed e' ingiusto trattarci come dilapidatori dei soldi pubblici perchè semmai si dilapidano soldi privati".