20 Marzo 2004 -- Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha lasciato intendere che alla fine la scialuppa di salvataggio per le squadre di calcio di A e di B arriverà. L'intervento del governo con il cosiddetto spalma-Irpef si materializzerà sotto forma di decreto, che dovrebbe essere varato il prossimo 25 o 26 di marzo. Lo ha detto chiaramente il suo vice Gianfranco Fini, sottolineando che il governo ha "il dovere di aiutare il mondo del calcio per l'oggettiva importanza che esso riveste per tutta la società italiana. Il punto - ha precisato Fini - è come conciliare la necessità di non penalizzare le società che hanno avuto un comportamento virtuoso rispettoso agli obblighi di legge, con quella di rendere più agevole la regolarizzazione delle società inadempienti".
Stavolta sia la maggioranza che l'opposizione sono concordi sul fatto che bisogna intervenire per aiutare il calcio. "Il provvedimento spalma-debiti per il calcio, in una situazione di crisi come quella attuale, credo che sia lo strumento più giusto" Ha detto il sindaco di Roma, Walter Veltroni, a margine dell'inaugurazione di un centro sportivo nella zona di Castel Giubileo, nella periferia settentrionale della capitale: "Il calcio è in emergenza - ha spiegato Veltroni - ed è normale che un creditore si preoccupi della situazione del debitore, perchè vuole recuperare il suo credito. Se questa misura non andasse a buon fine molte squadre fallirebbero, e non credo che ciò sarebbe un fatto positivo per il sistema sport italiano".
Tesi condivisa dal responsabile nazionale dello sport dell'Udc, Luciano Ciocchetti: "Il calcio è la quinta industria nazionale e interessa milioni di cittadini. Un intervento legislativo da parte del Governo è assolutamente necessario". Per Gasparri di An si tratta di un tema delicato: "Ritengo che qualche intervento debba essere fatto, ma condivido anche l'appello a ridurre alcune follie del mondo del calcio". Il ministro delle Comunicazioni, a Milano per un convegno in Fiera, continua: "Quando la Rai dovette rinnovare i contratti per i diritti del calcio intervenni come ministro e invitai l'azienda a spendere meno. Cosi' avvenne: la Rai si assicurò i diritti per tre anni spendendo meno. Ora anche il mondo del calcio deve capire che l'epoca delle vacche grasse è finita". Secondo Gasparri "nessuno capirebbe trattamenti fiscali cauti a fronte dello sperpero di risorse. Per questo credo che occorra uno stop ai contratti multimilionari. Qualche calciatore potrebbe andarsene all'estero? Che vada, ma almeno avremo dato un segno di moralizzazione. C'è un limite a tutto e mi pare che l'Italia questo limite lo abbia già superato".
Contrari nel mondo della politica la Lega Nord, come ribadiscono il coordinatore delle segreterie nazionali e vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ("a proposito del primo decreto cosidetto salva-calcio avevo detto che neppure Mussolini sarebbe arrivato a tanto per favorire le squadre del cuore. Adesso forse si vuole emulare Bokassa") ed il presidente della commissione bilancio della Camera, Giancarlo Giorgetti ("se nella maggioranza si vuole andare avanti a tutti i costi sono liberi di farlo. Ma se ne assumeranno le responsabilità di fronte all'opinione pubblica"). Contrario anche Maroni, ministro del Welfare: "Per noi non se ne parla proprio. E' un provvedimento ingiustificabile. Le società di calcio vanno male perchè pagano stipendi al di là di ogni limite immaginabile. Perchè si deve chiedere ai cittadini italiani di contribuire a pagare gli stipendi ai giocatori?. Le squadre di calcio che non riescono a pagare le imposte prendano esempio da Alitalia: facciano contratti di solidarietà per ridursi lo stipendio e pagare il dovuto". Contrario anche il diessino Giovanni Lolli, membro della commissione Cultura di Montecitorio, per il quale "il calcio non si salva con l'ennesimo provvedimento tampone, improvvisato ed esposto a possibili sanzioni da parte dell'Europa".
Dal mondo sportivo, fatta eccezione per le resistenze di alcune società in regola con gli obblighi fiscali, per tutti il presidente dell'Atalanta Ruggeri: "L'opera di moralizzazione si fa spedendo le società morose nell'interregionale", filtra la fiducia nell'imminente varo del provvedimento. Dalla Federcalcio nessuna reazione ufficiale, ma certamente la rateizzazione in 5 anni degli arretrati dei club è vista con grande favore per dare ossigeno ai bilanci in difficoltà. Spunta anche la possibilità di una rateizzazione delle trattenute sugli arretrati degli stipendi da pagare ai calciatori per venire incontro alle difficoltà dei diversi club calcistici. Una delle ipotesi sul tavolo, che rappresenterebbe una boccata d'ossigeno per le società, prevedere la possibilità di rateizzare i "debiti futuri" che il fisco potrebbe vantare nei confronti delle società.
Si interverrebbe, in particolare, sulle trattenute fiscali che le società dovrebbero versare nel momento in cui iniziano a saldare i calciatori, pagando loro gli stipendi arretrati che si stanno mano a mano accumulando. Il meccanismo che ora sarebbe allo studio non è complesso e non prevederebbe sconti particolari ma rateizzazioni. E, anche se applicato a tutte le società italiane, darebbe forti benefici solo ai club calcistici. In pratica, visto che gli stipendi dei calciatori sono molto alti, il pagamento di arretrati per 10 miliardi verrebbe quasi dimezzato dalle tasse che le società dovrebbero versare entro il 16 del mese successivo. Il versamento di queste 'trattenute' fiscali in un periodo più ampio rispetto a quello ora previsto consentirebbe alle società di pagare i calciatori con un minore impatto economico immediato. L' ipotesi favorirebbe un gran numero di club in difficoltà, anche se per alcuni non sarebbe risolutivo. Il primato per il mancato pagamento degli stipendi in serie A, spetta - secondo quanto riportato dalla stampa nei giorni scorsi - all'Ancona (che non li paga dallo scorso settembre). Seguono il Parma (da novembre) e poi il Perugia, il Brescia e la Roma, che non onorano il debito con i calciatori da dicembre. Dall' inizio dell'anno, poi, hanno saltato l' appuntamento con lo stipendio i calciatori dell' Empoli, della Reggina, del Lecce, della Sampdoria, del Siena e del Lazio. Hanno pagato invece solo gli stipendi del primo mese del 2004 il Chievo e il Modena.
Ecco di seguito l'elenco delle societa' di Serie A e il loro indebitamento:
SOCIETA' | PERDITA IN MLN di € |
Lazio | 121,9 |
Roma | 104,7 |
Parma | 77 |
Milan | 29,5 |
Bologna | 18 |
Lecce | 18 |
Inter | 17,4 |
Brescia | 10 |
Udinese | 9 |
Sampdoria | 8 |
Siena | 8 |
Modena | 2 |
Perugia | 2 |
Reggina-Chievo-Ancona | 2 |
Juventus | +2 |
Empoli | +9 |