24 Gennaio 2004 --
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Davanti a un Napoli che affonda sempre di più, tanto da rischiare perfino la retrocessione in C1, nemmeno uno come Diego Armando Maradona riesce a rimanere insensibile. Ma esclude di poter fare qualcosa da solo per risollevare la squadra: "Vorrei fare ma il fatto è che nessuno vuole dare una spinta. Io da solo non posso nè voglio perchè è tutto in salita. Il Napoli oggi ha bisogno di una società che sappia fare le cose" ha detto l'ex fuoriclasse argentino intervenendo da Cuba a 'Biscardivenerdì'.
Maradona ribadisce che se la squadra è ridotta come è ridotta gran parte delle colpe sono dell'ex presidente Ferlaino: "Io l'ho sempre detto, col tempo si è visto che avevo ragione. Ai ragazzi non si può dire nulla - ha proseguito -, fanno quello che possono. La colpa non è loro. Noi lottavamo per lo scudetto, loro no". Maradona, che tra l'altro ha salutato con commozione il suo vecchio massaggiatore del Napoli Antonio Carmando, in collegamento dagli spogliatoi del San Paolo, ha detto che il nuovo attacco dell'Inter con Adriano e Vieri "fa paura".
A Cuba l'ex "pibe de oro" è stato premiato per essere stato "uno dei migliori sportivi del 20/o secolo" dell'America Latina: "A Cuba ho trovato la tranquillità che non ho mai avuto nel mondo" ha detto Maradona, che ha ancora una volta ringraziato Fidel Castro.
Tranquillità che in questo momento manca a Naldi. Infatti, visibilmente innervosito il presidente del Napoli, subito dopo la fine dell'incontro tra Napoli e Verona, ha lasciato lo stadio San Paolo. Il patron, che normalmente è abituato a passare per lo spogliatoio, questa volta ha filato dritto: "Ultimamente - ha spiegato l'imprenditore alberghiero - sono abituato a non parlare con la stampa. Con la squadra parlo quando lo decido io". Naldi subito dopo ha lasciato l'impianto di Fuorigrotta dicendo di dover andare a casa dove ad aspettarlo c'erano i suoi familiari.