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Un danno economico e morale
La città reagisce al provvedimento esemplare del giudice sportivo, i tifosi annunciano 'comunque ci saremo'.

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25 Settembre 2003 -- La stangata delle cinque giornate in campo neutro e a porte chiuse è una mazzata che colpisce non solo i tifosi e la società, ma anche l'immagine dell'intera città additata a capitale del calcio violento. Senza contare le ripercussioni che tale sentenza ha sull'economia delle persone che vivono anche del business che gira intorno alla partita (bar, ristoranti, hotel, venditori ambulanti, ecc.) e che colpisce indirettamente anche le società ospiti del Napoli.

Infatti come ha fatto notare il presidente dell'Ascoli, Roberto Benigni, tale provvedimento è "Un danno economico enorme per noi, mentre segna il trionfo della pay-tv". Il presidente della società marchigiana ha poi proseguito affermando che: "Tutti sanno benissimo l'incasso potenziale della partita per una società come il Napoli, e quella che sarebbe stata la quota per la squadra ospite: giocare senza pubblico ci priverà di un importante introito".

La protesta del presidente del Calcio Napoli Salvatore Naldi, intenzionato a battersi per una revisione del provvedimento, era scontata: "La strada giusta è quella della prevenzione e non certamente quella di individuare il capro espiatorio". Aveva detto il presidente azzurro, mentre l'allenatore Agostinelli ha commentato la decisione del giudice sportivo definendola "una sanzione esagerata". La dura punizione inflitta alla società azzurra fa inevitabilmente di Napoli un esempio negativo, ma non ci stanno e vestire i panni di violenti e disadattati i giovani napoletani: "Questa città - dice il presidente della Confederazione degli studenti, Emilio Borrelli - non è la capitale dell'ignoranza e del teppismo e non è sparando nel mucchio che si affrontano e si risolvono i problemi".

E dicono "no alle generalizzazioni" pure i tifosi riuniti nell'Associazione italiana Napoli Club, che si sentono offesi dalla sentenza del giudice sportivo e soprattutto, in qualità di abbonati, non hanno alcuna intenzione di restare fuori dagli stadi. Chiedono innanzitutto che sia garantito l'ingresso alle gare oggetto della squalifica del campo ai diecimila titolari di abbonamento. Una richiesta di cui negli ambienti della società azzurra si prende atto, con l'auspicio che possa essere valutata con favore, ma che è accompagnata dalla precisa volontà di ricorrere anche alle vie legali.

"Studieremo con il nostro avvocato ogni strada per tutelare i nostri diritti - spiega il presidente dell'Associazione dei club, Dino Alinei - Ci proponiamo infatti di agire sia contro chi si è reso responsabile degli incidenti sia contro chi ha organizzato male l'evento, ed anche eventualmente nei confronti del giudice sportivo. Facendo di tutt'erba un fascio, è stata arrecata un'offesa a chi da anni si comporta correttamente perchè viene posto sullo stesso piano di un delinquente".

Intanto alcuni gruppi di tifosi organizzati hanno già fatto sapere che loro: "Comunque e dovunque gli azzurri giocheranno, ci saranno, anche se a porte chiuse". Speriamo solamente che non ci andranno anche i facinorosi di Avellino, visto che sono ancora a piede libero.