11 Aprile 2022 -- Ancora tu, cantava tempo fa il grande Lucio Battisti ed è la frase più ricorrente tra i tifosi del Napoli nel dopo gara di Napoli-Fiorentina, con i viola che già quattro stagioni fa aveva infranto i sogni dei partenopei dopo all'Artemio Franchi dopo gli ormai famosi fatti di Inter-juve e la celebre frase di Sarri della partita persa "nell'albergo".
Certo, stavolta, i numeri e la classifica dicono che i sogni di gloria non sono del tutto vani o impossibili, visto il pareggio del Milan in quel di Torino e considerando anche che mancano ancora sei gare in un campionato ancora tutto aperto e tutto da decidere con l'Inter che, se vincesse il recupero in quel di Bologna (il 27 di aprile) balzerebbe in testa con tre punti di vantaggio sul Napoli in teoria quattro considerando anche la classifica avulsa. Come detto, però, mancano ancora sei giornate e pure quattro punti o tre dal Milan (considerando sempre la classifica avulsa, perchè in partica sono solo due) restano ancora fattibili, soprattutto alla luce di un campionato ormai livellato al ribasso dove ogni domenica può accadere di tutto contro qualsiasi squadra.
Il mantra di queste ore è quello di continua a crederci fino a quando sarà possibile, certo che la sconfitta odierna brucia per tanti motivi. Intanto, il primo, quello solito, quello atavico, ovverto quello di mostrare il "carattere" che questa squadra raramente ha dimostrato di avere fin dai tempi di Benitez: l'utlima squadra azzurra ad aver dimostrato gli attributi è stata quella di Mazzarri, degli Aronica, dei Cannavaro, dei Grava, dei Gargano e dei Lavezzi e Cavani, una squadra che veramente lottava fino all'ultimo istante (basta ricordare le tante rimonte proprio allo scadere) anche se purtroppo quello squadra aveva poca qualità. La differenza purtroppo è che la qualità si può migliorare con l'allenamento, mentre il carattere o lo si ha, oppure no!
La sconfitta brucia poi perchè arrivata al Maradona, ancora una volta! Con i viola infatti gli azzurri hanno racimolato la quinta sconfitta stagionale dopo Atalanta, Spezia, Venezia e Milan tra le mura amiche, l'ottava se si considerano anche le gare in Europa! Questo ovviamente fa aumentare i rimpianti, sarebbero bastati, infatti almeno i pareggi con Spezia, Venezia e pure oggi con la Fiorentina, per far balzare gli azzurri saldamente al primo posto!
La sconfitta brucia perchè Spalletti si è arreso ancora una volta ad Italiano, che ha praticamente indovinato tutte le mosse, incartandolo per la seconda volta come aveva fatto già in occasione della gara di Coppa Italia dove gli azzurri furono proprio eliminati dai viola, segno che Spalletti non ci ha capito niente, a cominciare proprio dalla formazione base con un Zielinski totalmente nullo ed inguardabile rimasto stranamente in campo per tutti i 97 minuti di gioco, con un centrocampo che sostenuto dal solo Lobotka ha finito poi nel cedere nella ripresa.
Sul piano del gioco, va detto che la partita è stata combattuta, tattica, molto intensa ed il Napoli non è riuscito ad indirizzarla dalla propria parte in avvio per le occasioni non concretizzate da Insigne e Fabian Ruiz, mentre la Fiorentina al primo vero tiro in porta ha fatto centro sfruttando la solita dormita difensiva azzurra che ha subito gol, praticamente a difesa schierata. Un gol che ha orientato la partita, finita sui binari che preferiva Italiano, ovvero controllo palla e ripartenze improvvise, mentre il Napoli provava un pressing scoordinato lasciato scoperto il centrocampo, coi reparti praticamente lasciate separati da 20 metri di vuoto dove puntualmente e con ferocia si inserivano i giocatori viola. Una ferocia ed un grinta che non si vedeva però nei giocatori del Napoli, se non a sprazzi in Osimhen, il subentrato Mertens ed i sostituiti Insigne e Mario Rui.
L'ingresso di Lozano ma soprattutto quello di Mertens subito hanno dato la scossa col pareggio di "Ciro" che ha illuso il Maradona su preciso assist di Osimhen, imbeccato bene da Insigne. Ma Italiano è stato bravo, insieme ai suoi uomini, a credere e a voler fare propria l'inter posta, inserendo subito Ikoné e Cabral per sfruttare gli ampi spazi lasciati tra i reparti in particolare a centrocampo, come dicevamo prima, così, il povero Lobotka, rimasto solo è stato travolto e svovrastato dalla fisicità e dalla velocità dei due nuovi entrati che con un bel diagonale ed un 'tiro a giro' che ormai non riesce più dalla gara col Belgio al nostro Insigne hanno di fatto chiuso la gara sul tre a uno. Quasi alla fine poi, è arrivato il gol di Osimhen, il dodicesimo in stagione, a rendere meno amara la sconfitta ma si è trattato solo di un fulmine a ciel sereno che ha protratto la sofferenza fino al triplice fischio finale!
A cura di M. Spampanato
Redazione CalcioNapoliNews.it